ARTICLE AD BOX
Scoprire il mondo e viaggiare quanto più possibile. Questa sana frenesia, condivisa con la sua dolce moglie, l’aveva trasmessa anche ai figli e l’Egitto era solo una delle tante “destinazioni” da vivere insieme. Adesso, ancora di più, perché significava festeggiare, uniti, il suo compleanno e anche l’arrivo del 2025. Invece Gianluca Di Gioia, 48 anni compiuti lo scorso 21 dicembre, è morto in una tragica circostanza, dopo esser stato attaccato da uno squalo nelle acque di Marsa Alam, sul Mar Rosso.
Ieri mattina Di Gioia, insieme a un altro turista italiano, Peppino Frappani, 69 anni della provincia di Cremona, era uscito dall’hotel in cui soggiornava con l’intenzione di fare snorkeling ma quando i due si trovavano in mare, a circa 50 metri dal pontile di fronte al lussuoso hotel “Sataya”, sono stati attaccati. Per il 48enne non c’è stato nulla da fare, il suo amico, invece, nel disperato tentativo di salvarlo è rimasto ferito, fortunatamente in modo non grave. «Di Gioia stava facendo snorkeling quando, improvvisamente, è stato attaccato dallo squalo. Peppino - ha raccontato la coniuge del cremonese alla cugina, raggiunta telefonicamente - si è gettato in acqua cercando di spaventare lo squalo per permettere all'amico di liberarsi».Dilaniata dal dolore la compagna del 48enne a cui la Farnesina sta fornendo come alla famiglia dell’altro italiano ferito tutta l’assistenza necessaria. Una donna di origini francesi, conosciuta sul lavoro, che da oltre 11 anni gli era a fianco. Si erano sposati in estate e di lì a poco, nel 2013, era nato il suo secondo figlio poi i viaggi che hanno sempre accompagnato la vita di Di Gioia fin da quando era un ragazzo. L’Europa e gli Stati Uniti ma anche il nord Africa in cui pure era già stato diverse volte, a partire da molteplici puntate in Marocco. E in tutto questo c’è anche la sua vita quotidiana, fatta di lavoro e di famiglia. Di natali romani il 48enne si era ormai da tempo stabilito in Francia anche se non aveva mai dimenticato le sue origini. A tal punto che, quando poteva, tornava nella Capitale e nei giusti periodi dell’anno si dedicava anche alla raccolta delle olive nella bassa Sabina con lo stesso entusiasmo con cui saliva su una mongolfiera in Turchia. Laureato nel 1995 in Economia e Commercio alla Sapienza di Roma, Di Gioia aveva lavorato presso il centro di ricerca dell’European Commission ed era impegnato dal 2012 all’European External Action Service - Eeas, ovvero il servizio diplomatico dell’Unione europea. E da ultimo lavorava in una agenzia in Slovenia.
«TI ENTRAVA NEL CUORE»
Nel suo passato anche una lunga esperienza all’Anas come pure testimoniano le foto sui suoi profili social di riunioni e feste con i colleghi. Amici, in verità, perché chi conosceva il 48enne parla di un uomo solare e aperto al mondo. Dunque alle persone. «Non era solo un collega, Gianluca sapeva entrarti nel cuore e sapeva esserti amico», diceva ieri fra le lacrime un suo collega. Di parole semplici e modi garbati, attento all’ambiente per vocazione e professione, devoto a sua moglie e tenero con i suoi figli, Di Gioia aveva deciso di tornare in Africa per i suoi 48 anni. «Il mare del resto, l’ha sempre amato», ricordava ancora un’altra amica. Nelle prossime ore, espletate le pratiche necessarie, il suo corpo potrà far ritorno a casa.