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ABU DHABI. Complimenti alla McLaren, campione del mondo dopo un’eternità, 26 anni di attesa dai tempi di Mika Hakkinen e David Coulthard, che dovevano vedersela con la Ferrari di Michael Schumacher, di lì a poco capace di dominare. L’incidente tra Max Verstappen e Oscar Piastri alla prima curva ha messo pepe al pomeriggio, ma Lando Norris – sempre in testa dall’inizio alla fine – ha completato una missione che alla vigilia, per come si erano messe le cose, pareva scontata. Così la McLaren torna davanti a tutti, un team glorioso che ha fatto la storia della F1, conquistando titoli con Ayrton Senna e Alain Prost, Lewis Hamilton e Niki Lauda, Emerson Fittipaldi e il finlandese che in quel 1998 abbinò anche il trionfo personale. Una squadra che, ha rivelato il grande capo Zak Brown, quattro anni fa, nel 2020 della pandemia, era sull’orlo del fallimento. La gestione del team principal Andrea Stella, un lungo passato in Ferrari, ha dato i frutti più rapidamente del previsto: qui ad Abu Dhabi, dove da ingegnere di pista di Fernando Alonso perse il Mondiale 2020 con la Rossa, ha raggiunto il risultato più grande (per ora) della carriera.
Il mezzo miracolo del monegasco
«Credo nei miracoli», ha sperato Charles Leclerc fino alla fine. E il suo primo giro, se non un miracolo, è stato un capolavoro: scattato 19° per via del tentativo cancellato nel Q2 in qualifica (14° tempo) e della penalizzazione di 10 posizioni per aver montato il terzo pacco batterie della stagione (il massimo consentito è 2), in cinque chilometri ha rimontato 11 posizioni, ritrovandosi 8°. Il caos tra Verstappen e Piastri lo ha aiutato, come i 10 secondi di penalizzazione rimediati dall’olandese: «Datemene 20, idioti», ha sfidato via radio i commissari, rischiando un’altra probabile sanzione per turpiloquio. Anche l’australiano è stato penalizzato di 10” per aver tamponato Franco Colapinto e di fatto è sparito dalla gara, riuscendo solo nel finale a riemergere in zona punti.
Hamilton quarto con il lieto fine
Il problema della Ferrari, mentre Leclerc risaliva velocemente fino a piazzarsi sul podio grazie ai pit-stop, è che Carlos Sainz non è mai riuscito a impensierire Lando Norris, il quale ha mantenuto sempre un margine tra i 2 e i 5 secondi, sfruttando al massimo il vantaggio di correre in aria pulita. Nessuna sbavatura, nel tramonto di Abu Dhabi, da parte di Lando, che troppe volte – nelle settimane in cui si è illuso di contendere il Mondiale a Verstappen – si era invece liquefatto al momento del dunque. L’unica incognita poteva essere una safety-car, come accaduto ad esempio nel 2021, la beffa atroce subita da Lewis Hamilton per mano di Super Max (e soprattutto dell’allora direttore di gara Michael Masi). Lewis ha chiuso i suoi 12 anni in Mercedes passando all’ultimo giro il suo compagno di squadra George Russell, un lieto fine per una grande favola. «Così come siamo messi per il Mondiale?», ha chiesto Leclerc al 45° giro. «Così perdiamo ma non è ancora finita», la risposta dell’ingegnere di pista Bryan Bozzi. Ma la safety-car è sempre rimasta ai box. E la McLaren – sotto la bandiera a scacchi sventlata da Jannik Sinner – festeggia il suo 9° titolo costruttori, eguagliando la Williams alle spalle della Rossa (16). Meritatissimo.