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Vladimir Putin ha vinto le elezioni presidenziali, conquistando il quinto mandato e con esso il diritto a guidare la Russia dal Cremlino per i prossimi sei anni. Il capo del Cremlino si è aggiudicato tra l'87% e l'89% delle preferenze, con gli altre tre candidati-comparsa praticamente annientati. Il comunista Nikolai Kharitonov, in seconda posizione, si è fermato al 4,7%, quello di Gente Nuova, Vladislav Davankov, al 3,6% e quello del Partito liberaldemocratico Leonid Slutsky al 2,5%. I tre giorni in cui si sono svolte, per la prima volta, le consultazioni hanno dato i risultati sperati anche in termini di partecipazione, secondo i dati ufficiali. L'affluenza alle urne è stimata ad oltre il 73%, rispetto al 67,5% registrato nelle precedenti presidenziali, nel 2018.
Putin, in un suo discorso in tv, ha pronunciato per la prima volta il nome di Navalny ammettendo di aver approvato lo scambio del leader dell'opposizione giorni prima che morisse improvvisamente in una prigione artica. «Qualche giorno prima che il signor Navalny morisse, alcuni colleghi mi avevano detto che c'era l'idea di scambiare il signor Navalny con alcune persone che erano in prigione nei paesi occidentali. Ho detto sono d'accordo. Ma sfortunatamente quello che è successo, è successo».
«Un giorno vinceremo»: è il messaggio della vedova Navalny al popolo russo dopo aver espresso il suo voto all'ambasciata russa a Berlino nell'ambito dell'azione di protesta silenziosa del «Mezzogiorno contro Putin», ovvero la chiamata del dissenso alle urne che è risuonata come l'ultima volontà dell'oppositore Alexei Navalny, il suo ultimo appello prima della morte, cui in molti hanno risposto mettendosi silenziosamente in fila a mezzogiorno in punto in Russia e in più parti del mondo. Anche a Berlino, quindi, dove però l'immagine di Yulia Navalny che si unisce alla coda per votare all'ambasciata russa nella capitale tedesca sembra invece urlare tutta la forza con cui il marito morto in una colonia penale nell'Artico ha per anni combattuto la sua battaglia contro Vladimir Putin: sulla scheda ho scritto Navalny, ha detto Yulia ai giornalisti, circondata dagli elettori in fila, acclamata dai sostenitori e omaggiata con mazzi di fiori.
Elezioni in Russia, Yulia Navalnaya arriva all'ambasciata russa di Berlino
«Non può essere che un mese prima delle elezioni, durante la campagna elettorale, sia stato ucciso il principale oppositore di Putin, che era già in prigione», ha denunciato Navalnaya.
Questo il suo messaggio per il popolo russo: «Siate coraggiosi, un giorno, molto presto, vinceremo». E' per Putin invece che non ha alcun messaggio, ha detto, definendo però nuovamente il presidente russo «un assassino e un gangster» che ha portato il suo Paese in guerra.
Per quanto riguarda le operazioni militari, i russi avanzano ancora nel sud dell'Ucraina, con le truppe di Kiev esauste e a corto di munizioni che sono costrette sulla difensiva e oramai dipendono sostanzialmente dai droni per passare all'offensiva e colpire il nemico. Nelle ultime 24 ore Mosca ha annunciato la distruzione di 168 droni d'attacco lanciati verso obiettivi russi: uno di questi avrebbe colpito una base militare in Transnistria, secondo le autorità locali della regione separatista filo-russa in Moldavia, dove ora molti temono si possa aprire un nuovo e temibile fronte di guerra.
Gli approfondimenti:
- Cosa è successo ieri
- Russia, quel coraggio nel dissentire sulla scheda elettorale
David Petraeus: “Bisogna inviare subito armi a Kiev, la Russia intensificherà gli attacchi”
Putin: Il conflitto con la Nato porterà a un passo dalla terza guerra mondiale
In caso di un conflitto su vasta scala tra la Russia e la Nato, "il mondo sarà ad un passo dalla terza guerra mondiale". Lo ha detto ai giornalisti il presidente russo, Vladimir Putin. "Penso che tutto sia possibile nel mondo moderno, ma ho già detto, ed è chiaro a tutti, che porterà a un passo da una terza guerra mondiale. Penso che quasi nessuno sia interessato a questo", ha spiegato Putin.
Casa Bianca, elezioni russe né libere né giuste: Putin ha imprigionato i rivali
"Queste elezioni sono state chiaramente né libere né giuste dato che Putin ha imprigionato gli oppositori politici prevenendo così che corressero contro di lui". Lo afferma il portavoce del consiglio della sicurezza nazionale della Casa Bianca.
Putin: sì a colloqui di pace con Kiev, ma non per il suo riarmo
La Russia è favorevole ai colloqui di pace con l'Ucraina, ma solo quando la parte opposta è veramente determinata a ricucire i rapporti e non stia semplicemente cercando di guadagnare tempo per la diminuzione delle scorte di munizioni. Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin. Commentando la proposta del presidente francese Emmanuel Macron di dichiarare una tregua olimpica in Ucraina, Putin ha detto ai giornalisti: "Siamo pronti a considerare tutte le proposte, ma sempre, in ogni circostanza, saremo guidati dagli interessi nazionali e dalla situazione sul campo di battaglia". Quindi ha continuato: "L'ho già detto e lo ripeto: siamo favorevoli ai colloqui di pace, ma non se organizzati semplicemente perché il nostro avversario sta finendo le munizioni". A suo avviso inoltre i colloqui di pace sono possibili "se sono seriamente disposti a costruire relazioni pacifiche di vicinato tra i due paesi in una prospettiva a lungo termine e non cercano solo di prendersi una pausa di 18 o 24 mesi per il riarmo".
Putin: Sì ai colloqui di pace con Kiev ma non per il suo riarmo
La Russia è favorevole ai colloqui di pace con l'Ucraina, ma solo quando la parte opposta è veramente determinata a ricucire i rapporti e non stia semplicemente cercando di guadagnare tempo per la diminuzione delle scorte di munizioni. Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin. Commentando la proposta del presidente francese Emmanuel Macron di dichiarare una tregua olimpica in Ucraina, Putin ha detto ai giornalisti: "Siamo pronti a considerare tutte le proposte, ma sempre, in ogni circostanza, saremo guidati dagli interessi nazionali e dalla situazione sul campo di battaglia". Quindi ha continuato: "L'ho già detto e lo ripeto: siamo favorevoli ai colloqui di pace, ma non se organizzati semplicemente perché il nostro avversario sta finendo le munizioni". A suo avviso inoltre i colloqui di pace sono possibili "se sono seriamente disposti a costruire relazioni pacifiche di vicinato tra i due paesi in una prospettiva a lungo termine e non cercano solo di prendersi una pausa di 18 o 24 mesi per il riarmo". (ANSA). RP