ARTICLE AD BOX
A Mosca festeggiano. Il ministro degli Esteri, Sergei Lavrov, dice: «Vedete, Trump sa come si deve parlare con la Russia». E il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, che riporta in modo certosino la posizione di Putin, sibila: «Noi consideriamo gli Usa il nostro principale interlocutore. Certo, in un modo o nell’altro, ovviamente, anche l’Ucraina parteciperà ai negoziati, ma il nostro principale interlocutore sono gli Usa. Ci sarà sia un percorso di dialogo russo-americano sia uno che coinvolgerà Kiev». Vale la pena appuntarsi due passaggi importanti: «Percorso di dialogo russo-americano»; e «in un modo o nell’altro», avverrà il coinvolgimento dell’Ucraina. Trump conferma: «La pace è possibile, l'Ucraina avrà un posto al tavolo delle trattative: volevo assicurarmi che anche Putin volesse un accordo». Non cita l’Europa. E va perfino oltre: «Credo a Putin quando si tratta della pace in Ucraina. Mi piacerebbe riaverlo al G7: la Russia dovrebbe sedersi al tavolo. Parlerò anche con Xi per ridurre le spese militari». Poi dalla Casa Bianca si ripete: non tradiremo Kiev. Ieri sera l’annuncio di Trump sulla conferenza di Monaco di oggi: «Ci sarà una riunione tra rappresentati della Russia, dell'Ucraina e degli Stati Uniti» (ma Kiev smentisce). Di nuovo non cita l’Europa.
Ucraina, la Ue dimenticata. E Trump vuole Putin al G7: Usa e Russia accelerano sui negoziati
Un posto al tavolo
E l’Europa? Peskov è quasi sprezzante: «Gli europei dovranno probabilmente parlare con Washington per chiedere un posto al tavolo delle trattative». Più chiaro di così. Secondo Politico è «il momento che l’Ucraina e l’Europa temevano da mesi», da quando i sondaggi davano in testa Trump per le presidenziali. Washington ha anticipato le prime concessioni date da Trump a Putin, nei novanta minuti di telefonata: l’Ucraina non entrerà nella Nato, impensabile tornare ai confini pre 2014 (quando fu presa la Crimea). In realtà, appare evidente che la fretta di Trump di chiudere l’intesa costringerà l’Ucraina a rinunciare a gran parte delle regioni occupate dal 24 febbraio 2022 dai russi, tanto più che l’idea di uno scambio con l’area di Kursk presa da Kiev è non solo già stata respinta da Mosca, ma è diventata anche meno forte perché ora l’Ucraina controlla solo un terzo dell’area conquistata inizialmente. Trump ha anche parlato di elezioni presidenziali a Kiev e, vista l’efficacia della capacità dei russi di influenzare la politica in altri paesi, il rischio di ritrovarsi con un governo amico di Mosca nei prossimi anni è palpabile. Zelensky non ha nascosto i suoi timori: «Non è stato bello» ha detto riferendosi al fatto che l’inquilino della Casa Bianca abbia chiamato prima lo Zar dell’alleato ucraino. «Non è stato piacevole. Ho anche messo in guardia i leader mondiali dal fidarsi delle affermazioni di Putin sulla sua volontà a porre fine alla guerra». Ancora: «Non accetteremo nessun negoziato bilaterale sull'Ucraina senza di noi». Zelensky ieri ha sentito un altro Donald, Tusk (premier polacco): «Abbiamo parlato delle condizioni necessarie per una pace duratura e reale in Ucraina e concordato che nessun negoziato con Putin può iniziare senza una posizione unita di Ucraina, Europa e Stati Uniti». Sintesi: «Non accetteremo alcun accordo senza di noi». E su questo trova il sostegno dell’Europa, dove è enorme la sorpresa, che molti media internazionali definiscono «sgomento», per la mano tesa da Trump a Putin. Durissima Kaja Kallas, alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la sicurezza, che in quanto estone ha una sensibilità marcata per la minaccia russa: «Nessun accordo alle nostre spalle funzionerà. Serve la partecipazione dell'Ucraina e dell'Europa. Ogni soluzione rapida è un affare sporco». Dai vari Paesi della Ue è stata espressa preoccupazione. Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani: «L'Europa dovrà essere coinvolta come dovrà essere coinvolta l'Ucraina». Boris Pistorius, ministro della Difesa tedesco: «È deplorevole che l'amministrazione del presidente Trump abbia fatto concessioni alla Russia prima di iniziare i colloqui di pace sull'Ucraina. Sarebbe stato meglio parlare di una possibile adesione dell'Ucraina alla Nato o di eventuali perdite di territorio al tavolo dei negoziati».
Russia, i timori dell'intelligence finlandese. «L'impatto sul nostro Paese può essere improvviso»
Ingiusta
Margarita Robles, ministra spagnola della Difesa: «La Russia continua a essere un pericolo e non si può darle una chance perché creda di avere vinto la guerra». Il primo ministro della Spagna, Pedro Sanchez, ha telefonato a Zelensky, spiegando: «Una guerra ingiusta non può finire con un accordo di pace ingiusto». Ormai il dialogo privilegiato Mosca-Washington è un treno in corsa che difficilmente si potrà fermare. Il Cremlino ha fretta: «Vogliamo organizzare abbastanza rapidamente un incontro tra Trump e Putin». Mercoledì lo stesso presidente Usa aveva ipotizzato di vedere il suo omologo russo in Arabia Saudita. In serata i russi hanno frenato: «Per l’incontro ci vorrà del tempo, potrebbero volerci settimane, forse diversi mesi». Ma il Cremlino ha anche aggiunto che sta preparando la delegazione che deve partecipare ai negoziati. A Monaco di Baviera oggi comincerà la Conferenza sulla sicurezza. Ma sul futuro dell’Alleanza atlantica si è discusso già a Bruxelles, dove si è invece svolto il vertice dei ministri della Difesa della Nato (più l’Ucraina). Il segretario alla Difesa degli Usa, Pete Hegseth, ha spinto per un maggiore impegno economico dei partner europei: dall’attuale 2 per cento del Pil per la difesa, ha chiesto di salire al 5. Commenta il ministro della Difesa, Guido Crosetto: «Per molti Paesi è impossibile, ma l'obiettivo è l'impegno sulle capacità che abbiamo promesso alla Nato». Dunque, arrivare quanto meno al 2. Crosetto: «Ora si parla di oltre il 3 e questo trova concordi quasi tutti i Paesi. Noi chiaramente non abbiamo preso impegni».