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La Moldavia è in preda al gelo dopo il taglio delle forniture di gas russo alla regione separatista della Transnistria e la situazione ha costretto il premier Recean a prendere provvedimenti di emergenza. «Crisi di sicurezza», così ha ribattezzato il grande freddo che sta attanagliando i moldavi. La regione separatista ha chiuso le fabbriche e imposto razionamenti energetici e ha rifiutato un'offerta per acquistare gas da mercati europei.
Fabbriche chiuse, riscaldamento centralizzato limitato e interruzioni di corrente a rotazione. Venerdì sera è entrato in vigore il razionamento energetico e sono stati comunicati i distretti in cui l'elettricità sarebbe stata tagliata per un'ora o più tra le 18:00 e le 22:00. Questo, al momento, è l'effetto più visibile dello stop ai rubinetti di Gazprom che portavano il gas in Europa attraverso l'Ucraina.
Moldavia al gelo dopo lo stop al gas russo: la Transnistria vuole riprendere i rapporti con Mosca
Recean ha affermato che la Moldavia, che conta 2 milioni e mezzo di abitanti, coprirà il proprio fabbisogno energetico con la produzione nazionale e le importazioni e ha sottolineato che anche la Transnistria ha subito un duro colpo nonostante i suoi legami con Mosca. «La Russia li ha traditi e isolati».
Ma perché l'ha chiamata una crisi di sicurezza, come se fosse imminente un'invasione o un'offensiva armata? Perché l'arma è proprio il gas. «Trattiamo questa situazione come una crisi di sicurezza volta a consentire il ritorno al potere delle forze filorusse in Moldavia e a militarizzare il nostro territorio contro l'Ucraina, con la quale condividiamo un confine di 1.200 km (745 miglia)», ha detto Recean.
Il presidente autoproclamato della Transnistria, Vadim Krasnoselsky, aveva detto in precedenza che i tagli di corrente erano inevitabili. Ha detto che la regione aveva riserve di gas per coprire 10 giorni di utilizzo limitato nel nord e il doppio nel sud. La Russia nega di aver utilizzato il gas come arma per costringere la Moldavia e accusa Kiev di essersi rifiutata di rinnovare l'accordo sul transito del gas. Inoltre Gazprom contesta debiti moldavi non pagati pari a 709 milioni di dollari. Ma la Moldavia dice che la cifra è molto più bassa e ammonta 8,6 milioni di dollari.
La Moldavia ha una presidente in carica filoeuropea: è Maia Sandu, che ha vinto un secondo mandato alle elezioni dello scorso anno e vuole consolidare il percorso di democratizzazione verso l'Europa. Si toenerà al voto per rieleggere il parlamento quest'estate.
La Transnistria, la regione prevalentemente russofona, ha ricevuto il gas russo attraverso l'Ucraina fino al 1° gennaio 2025. A sua volta, la Moldavia riceveva la maggior parte della sua elettricità dalla Transnistria. Dopo il mancato rinnovo del contratto di fornitura energetica la Moldavia ha preparato accordi alternativi, con un mix di produzione nazionale e importazioni di elettricità dalla Romania, ha detto Recean che si è impegnato ad aiutare l'enclave.
«Soluzioni energetiche alternative, come sistemi a biomassa, generatori, aiuti umanitari e forniture mediche essenziali, sono pronte per essere consegnate qualora la leadership separatista accettasse il sostegno», ha affermato il governo in una nota. Il direttore della compagnia nazionale del gas moldava Moldovagaz, Vadim Ceban, ha dichiarato che le autorità della Transnistria hanno rifiutato un'offerta di aiuto per l'acquisto di gas dai paesi europei perché l'enclave ritiene che le forniture di gas russo possano ancora essere riprese. Lo ha rivelato Politico che ha pubblicato una corrispondenza. La testata europea è venuta in possesso di una lettera della Tiraspoltransgaz della Transnistria, datata giovedì, in cui si respinge un'offerta delle controparti moldave (la Moldovagaz), che offrivano supporto per l'acquisto di carburante dal mercato europeo.
Lo stato non riconosciuto e autoproclamatosi indipendente dalla Moldavia negli anni '90 ha mantenuto la sua indipendenza di fatto con il supporto di oltre 1.000 soldati russi che sono dislocati sul suo territorio. Ora la Transnistria vorrebbe continuare il rapporto commerciale con il Cremlino e comprare il gas perché sostiene che la transizione al gas non russo «significa in realtà passare da forniture stabili da Gazprom ad acquisti a condizioni speculative a prezzi molto più alti e instabili».
Ma questi acquisti sarebbero comunque più costosi poiché Gazprom ha a lungo fornito gas alla regione senza esigere alcun pagamento. Ora però batte cassa. E lascia i moldavi al freddo.