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La ragazza condannata a sei anni e otto mesi di carcere per il lancio della bici dai Murazzi di Torino, minorenne il giorno di quel gesto assurdo, rischia di finire di nuovo nei guai. La sua condanna è definitiva e non può più essere modificata. Ieri, giovedì 9 gennaio 2025, però, la pubblico ministero Livia Locci ha annunciato di aver trasmesso alla procura gli atti con le sue dichiarazioni dello scorso dicembre, quando era stata ascoltata come testimone al processo contro Sara Cherici.
Concorso morale
Cherici, condannata ieri a sedici anni di carcere, è l’altra ragazza del gruppo di cinque persone protagoniste del lancio. Entrambe le amiche non hanno materialmente buttato la bici giù dalla balaustra, a differenza dei tre ragazzi che erano con loro. Ma non hanno fatto niente per fermarli, anche se si trovavano lì in quel momento. Anzi: sono scappate con loro, hanno continuato la loro serata come se niente fosse e non hanno mai denunciato ciò che sapevano. Per questo, entrambe sono state accusate di concorso morale in omicidio.
La testimonianza
Quando è stata ascoltata nel processo a Cherici, la minorenne è intervenuta davanti ai giudici come testimone. Aveva l’obbligo di dire la verità e ha ritrattato molto di ciò che aveva già raccontato in precedenza, durante gli interrogatori. “Avevo mentito – ha detto – Non perché l’ho fatto. Sara era dall’altra parte della strada rispetto alla balaustra. Non si è mai avvicinata al muretto”.
Eppure, le telecamere le inquadrano mentre attraversano la strada, insieme. La scena, dunque, non corrisponde a quanto viene raccontato in aula.
Le parole della pm
Dichiara la pubblico ministero Livia Locci: “Il suo esame (della ragazza minorenne all’epoca dei fatti, ndr) è stato penoso, ha detto continue menzogne. Formulo la richiesta di trasmissione degli atti alla procura ordinaria”.
Significa che è probabile che partiranno nuovi accertamenti sulle frasi pronunciate dalla ragazza. Se risulteranno evidenze che ha mentito, rischia di essere di nuovo accusata, questa volta di falsa testimonianza. È reato, infatti, dichiarare il falso quando si viene ascoltati in tribunale come testimoni.
Il lancio
Le vicende giudiziarie in questione riguardano ciò che è successo ai Murazzi di Torino, la notte tra il 20 e il 21 gennaio 2023. Una banda di cinque persone (Cherici, Victor Ulinici, altri due ragazzi e una ragazza minorenni all’epoca dei fatti) ha lanciato una bici elettrica giù dalla balaustra, colpendo lo studente di medicina Mauro Glorioso che si trovava lì sotto ed è rimasto tetraplegico.
Ulinici, il più grande del gruppo, è stato condannato a 10 anni e 8 mesi di carcere. La pena, però, è stata ritenuta troppo mite dalla Corte di cassazione e dovrà essere riformulata. Per i tre minorenni le sentenze sono definitive, con pene tra 9 anni e 9 mesi e 6 anni e 8 mesi. La condanna più elevata è arrivata ieri per Cherici: sedici anni di carcere, in primo grado.
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