Lo show declinato in due atti. Il nuovo “episodio” del rilascio degli ostaggi prigionieri di Hamas e Jihad islamica palestinese, presi in Israele il 7 ottobre del 2023 e trascinati con la violenza a Gaza, è andato in scena ieri tra le macerie del campo profughi di Jabalia al Nord e nei pressi delle rovine della casa di Yahya Sinwar a Khan Yunis, nel Sud della Striscia. Per la soldata Agam Beger (20 anni) è stato allestito un palcoscenico, come per le sue colleghe in precedenza. La ragazza, con indosso un costume di scena che ricorda l’uniforme verde militare dell’esercito israeliano, arriva scortata dagli uomini della Wihdat Al-Thil - l’unità ombra - delle Brigate Al-Qassam.
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Israele ha chiesto ai mediatori di garantire la sicurezza degli ostaggi e che scene così violente non si ripetano più. Un trauma soprattutto per Arbel Yehud che, secondo il commentatore in diretta di Al-Jazeera, per tutti i 15 mesi di prigionia non ha mai incontrato altri ostaggi. Nell’attesa del rilascio di altri tre ostaggi, sabato, Israele - ha detto il responsabile del dossier degli ostaggi, Gal Hirsch - si sta preparando per i colloqui sulla prossima fase dell’accordo. Il premier Netanyahu e il presidente Trump hanno appuntamento alla Casa Bianca il 4 febbraio. Gli incontri con l’amministrazione statunitense, secondo Hirsch, «si svolgeranno in concomitanza con l’inizio dei negoziati per la seconda fase dell’intesa».
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