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Sempre un passo avanti, mai mezzo indietro. Nessun tentennamento o esitazione. Programmazione, organizzazione, capacità visionaria. Ma anche tecnologia, qualità ed affidabilità, per rendere più ecologiche, connesse e sicure le proprie vetture. Hyundai è tutto questo e punta dritta alla mobilita del futuro, quella che ambisce a rispettare l’ambiente non utilizzando più, il prima possibile, fonti energetiche non rinnovabili. Questo impegno, per nulla in discussione, non penalizzerà la crescita globale del Gruppo coreano che prevede, entro la fine del decennio, la vendita di dieci milioni di vetture l’anno. Per far ciò c’è il mantra della filosofia aziendale: il cliente, l’automobilista, è al centro del villaggio e l’impegno è di mettergli a disposizione l’auto che più gradisce, a seconda dei gusti e delle esigenze, rispettando sempre le leggi e la volontà delle comunità locali.
Le “zero emission” sono un percorso virtuoso che si raggiunge col tempo, non basta spingere un interruttore. Il “full electric” è una terra promessa, ma attualmente non tutti i consumatori, alle varie latitudini, sono in grado di apprezzarlo. Costi, diffidenza sui punti di ricarica e, qualche volta, l’autonomia ritenuta insufficiente turbano il piacere di mettersi alla guida. Ecco quindi che esistono tipologie di vetture ecologiche “graduali”, in grado di rappresentare, in ogni caso, un progresso rispetto alle motorizzazioni solo endotermiche. Prevedono infatti il virtuoso recupero di energia in varie forme: “mild”, “full”, fino al “plug-in”, una soluzione per ogni necessità capace di dare una risposta diversa, con differenti vantaggi ambientali e relativi costi.
Ogni opzione ha il suo perché. Il mild-hybrid sfoggia un sovrapprezzo contenuto rispetto agli ICE permettendo di entrare nel mondo degli elettroni che sono una garanzia per non sprecare energia. L’ibrido plug-in è l’approccio più sofisticato poiché consente di viaggiare, per un certo numero di chilometri a zero emission. E, se ci sono le condizioni, di muoversi del tutto ad inquinamento zero, visto che si può caricare energia pulita dalla spina. Il full-hybrid, come la virtù, sta nel mezzo, offrendo una spinta elettrica vigorosa, con riduzione altrettanto evidente dei consumi e delle emissioni, anche a chi non è proprio simpatica l’operazione di ricarica. Ebbene le full rappresentano il 9% delle vendite totali sul mercato italiano, in casa Hyundai questa percentuale s’impenna fino al 24% con un trend in continua crescita.
Sia come sia, questo approccio ampio all’elettrificazione, per la casa coreana si esalta nel pianeta degli sport utility, un comparto nel cuore di Hyundai e pure degli automobilisti tricolori.
Le full-hybrid del brand orientale, al pari delle plug-in, vantano tutte l’apprezzatissima trasmissione automatica che esalta la dinamica di marcia e il piacere di impugnare il volante, evitando il tipico “effetto scooter”. La gamma Suv Hyundai è tutta nuova, è stata da poco lanciata. C’è la seconda generazione della compatta Kona, la quinta del grande (con forti ambizioni premium) Santa Fe, fino al corposo aggiornamento della quarta serie del “medio” Tucson. Su tutti e tre questi importanti veicoli trova massima applicazione la strategia ibrida Hyundai.
Iniziamo dall’alto. Il Sante Fe, mai come ora, fa girare lo sguardo. Nelle comode configurazioni 5 o 7 posti, sfoggia i due ibridi top: il full, a trazione sia anteriore sia integrale, è spinto dall’1.6 turbo da 215 cavalli ed il plug-in che, sempre con il 1.6 T-GDi e la trasmissione automatica a 6 marce, di cavalli ne offre 253 solo in configurazione 4WD. Entrambe le Santa Fe possono contare sull’aiuto dei propulsori ad induzione che rendono pronta e dolce l’erogazione. La nuova Tucson fa di meglio perché, a fianco dei due ibridi dell’elite, propone il più accessibile mild, sia con motorizzazione termica benzina che diesel, quest’ultima solo con trasmissione automatica. Oltre la metà delle Tucson vendute in Italia, in ogni caso, possono vantare l’ibridizzazione full.
L’apprezzatissima Kona fa addirittura poker. Non si può avere in configurazione plug-in ma, in compenso, le varianti MHEV 48V (mild), HEV (full-hybrid) sono affiancate dalla versione totalmente termica e da quella al 100% a batterie assolutamente priva di emissioni. Con accumulatori da 48,6 e 64,8 kWh, il tecnologico Suv, anche cittadino, può superare i 500 km di autonomia. Completa l’offerta degli sport utility Hyundai variamente elettrificati il recentemente rivisitato e accessibilissimo Urban-Suv Bayon che porta con se un’altra ciliegina: on top della motorizzazione termica e della mild a 48 V, può avere la conveniente alimentazione a Gpl. L’intera gamma di Suv del marchio orientale è ricca di tecnologia, di connettività e di sicurezza già dagli allestimenti base offrendo un esperienza di bordo altamente appagante. Ma il miglioramento è continuo ed è già stato annunciato il debutto nel 2025 di un ibrido ulteriormente evoluto che renderà disponibile la frenata rigenerativa intelligente ed il V2L.