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L’ultimo strafalcione del Corriere sul clima ha dell’incredibile. Arriva via social, nella didascalia di un articolo pubblicato sulla piattaforma online del quotidiano sul solstizio d’inverno. L’articolo spiega il perché il 21 Dicembre sia il giorno più lungo dell’anno e le ragioni del nome. Fin qui tutto bene, direbbe qualcuno. I problemi arrivano quando ci si accinge a leggere il copy del post in questione: “Alle 10:21 l’emisfero settentrionale sarà al suo punto più lontano dal sole”. Qualcosa non quadra, lo ha spiegato Mario Tozzi ai microfoni di ‘Un Giorno Speciale’: “Per cominciare, è fondamentale avere dimestichezza con le leggi di Keplero. Esistono due punti fondamentali nell’orbita terrestre: l’afelio e il perielio, che rappresentano rispettivamente la massima e la minima distanza della Terra dal Sole. Questo avviene perché il Sole occupa uno dei due fuochi dell’ellisse descritta dall’orbita terrestre.
La temperatura della Terra, così come le stagioni e le variazioni climatiche, non dipendono tanto dalla distanza dal Sole — che, sebbene misurabile in milioni di chilometri, non è significativa per apprezzare differenze marcate — quanto dall’inclinazione dell’asse terrestre e dal modo in cui i raggi solari colpiscono il pianeta. L’inclinazione dell’asse terrestre determina infatti la distribuzione dei raggi solari: quando i raggi arrivano in modo obliquo, riscaldano meno rispetto a quando colpiscono la superficie in modo perpendicolare. Questo principio è alla base della formazione delle stagioni, un concetto che viene introdotto già alle scuole elementari e medie. Il termine “clima”, del resto, deriva proprio dal greco klíma, che significa “inclinazione”, e si riferisce esattamente a questo fenomeno“.