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Un set, perso al tie-break per 7-6, e poi Nole Djokovic, che alla Rod Laver Arena ha vinto 10 dei suoi 24 Slam, ha raccolto le racchette e ha comunicato all’arbitro che per lui era finita lì la semifinale degli Australian Open 2024. Una scelta dolorosa, in tutti i sensi, ma dovuta. Lo stiramento alla coscia sinistra rimediato durante i quarti di finale vinti allo stremo contro Alcaraz si era aggravato durante gli scambi con Sasha Zverev. Il morso al muscolo non era diminuito, anzi. Ne impediva i movimenti laterali, gli limitava quelli in avanzamento, lo faceva giocare male, malissimo. Impossibile continuare. Così il grande campione di Belgrado ha detto stop. Ha preso il borsone con tutte le sue Head ed è filato negli spogliatoi, sepolto da una pioggia di ingenerosi fischi dei fand australiani, desiderosi di vedere due gladiatori darsele di santa ragione e delusissimi da quella resa.
«Abbiate più rispetto per Nole, basta con i fischi!», ha urlato al microfono Sasha Zverev, l’incolpevole co-protagonista di quella resa e finalista suo malgrado domani contro Jannik Sinner. Curioso, di lì a poco, l’endorsement che Nole ha fatto a favore di Sasha in vista dell’atto conclusivo di domani, dicendo chiaramente che non tifa per Sinner: «Per la finale auguro a Zverev di vincere il suo primo Slam. Spero davvero che lo faccia qui a Melbourne», ha detto il serbo che da tempo sembra aver preso le distanze dal nostro numero 1, da quando ha giocato in doppio insieme a Nick Kyrgios, il grande infamatore di Jannik nella vicenda Clostebol. Peccato, un bel tacere da parte di un fuoriclasse qual è Djokovic non è stato scritto. In serata Sinner, informato dell’endorsement, ha replicato da galantuomo: «Djokovic tiferà per Zverev in finale? Nessun problema».
"A cosa deve rinunciare": per Djokovic è un incubo, altra mazzata sul campione
Il 24 volte vincitore di Slam ha poi dato spiegazioni precise del suo infortunio: «Vincendo il tie-break del primo set avrei trovato le motivazioni e tentato di andare avanti per qualche altro game, forse un set, ma ho subito capito che la coscia stava peggiorando. Davanti a me ci sarebbe stata una battaglia di altre 3 o 4 ore e non l’avrei potuta sostenere. Il dolore era insopportabile», ha spiegato Djokovic che negli ultimi due giorni prima della semifinale non si era neppure allenato per tentare di far riposare il muscolo ferito.
Al momento il futuro del grande campione è un punto interrogativo: «Ora non posso dire altro, torno in Europa e farò controlli approfonditi. Tutto è possibile e devo vedere come proseguirà la stagione. Vorrei continuare ed essere di nuovo qui, nel torneo che mi ha dato le più grandi soddisfazioni. Se fisicamente starò bene e avrò ancora le giuste motivazioni non vedo perché non dovrei tornare a Melbourne nel 2026. Gli infortuni fanno parte del nostro sport e non posso dimenticare tutti i bei ricordi che mi legano a questo Slam. Sono inferocito e dispiaciuto per il ritiro ma l’Australia sarà sempre nel mio cuore, resta il mio Slam preferito, quello che mi ha regalato le più grandi gioie». Ma che, ieri, l’ha tradito.