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Il Festival di Spoleto tra danza, opera e teatro: sessanta spettacoli in 17 giorni

6 mesi fa 8
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Isabelle Adjani, Alessandro Baricco, Barbara Hannigan, Davide Enia, Damiano Michieletto, Wayne McGregor, Iván Fischer, Liv Ferracchiati. Sessanta spettacoli in 17 giorni, con 600 artisti provenienti da 20 Paesi che si esibiranno in 20 luoghi della città.

Il Festival dei Due Mondi di Spoleto torna a dare i numeri per la 67ma volta, sperando di ottenerne di buoni come l’anno scorso, quando gli spettatori furono 75 mila e l’incasso di 732 mila euro.

Questa volta si va in scena dal 28 giugno al 14 luglio e, com’è nel dna di Spoleto, la commistione fra opera, teatro, danza e arte sarà quanto più completa e stimolante possibile, alla ricerca del bello e del nuovo e secondo l’idea originale del fondatore Gian Carlo Menotti.

Ecco le proposte più interessanti, firmate dalla direttrice artistica Monique Veaute (alla penultima edizione, visto che il suo contratto scade ad agosto 2025). Al posto del tradizionale concerto iniziale in piazza la serata inaugurale sarà al chiuso, al Teatro Menotti, con una nuova produzione dell’”Ariadne auf Naxos” di Richard Strauss, preceduta dalla musiche di scena del “Bourgeois gentilhomme”: direzione musicale di Iván Fischer alla guida della Budapest Festival Orchestra, regìa dell’esperta di commedia dell’arte Chiara D’Anna. L’altra opera in programma è un “Orfeo ed Euridice” di Gluck particolarmente concentrato sulla perdita dell’amore e sul dolore di coppia, con la regìa di Damiano Michieletto e l’Orchestra di Santa Cecilia diretta da Antonello Manacorda, protagonista Raffaele Pe e Nadja Mchantaf e Coro dalla Komische Oper di Berlino, sede dove lo spettacolo aveva debuttato nel 2022.

Barbara Hannigan, presenza splendente come artista in residenza nell’edizione di due anni fa, torna per il concerto finale in piazza Duomo con Santa Cecilia e con una serata John Zorn con la partecipazione del Jack Quartet.

I concerti di mezzogiorno saranno dedicati al Mito e alle Muse e spazieranno da Händel a Stravinskij, da Mendelssohn a Sciarrino a Debussy, mentre la musica più avanzata e sperimentale è rappresentata da Oneohtrix Point Never e dal giovane Baldwin Giang. Gli appassionati potranno fare nottata, durante i weekend, nel nuovo Jazz Club installato nella chiesa di sant’Agata.

Isabelle Adjani è attesa con un recital di scrittori francesi e italiani, “I mormorii dell’anima”, e Alessandro Baricco con tre serate di “Breve ed eretica storia della musica classica”. Leonardo Lidi completa con “Il giardino dei ciliegi” la sua trilogia cecoviana, riproposta integralmente, Liv Ferracchiati si misura con “La morte a Venezia “ di Thomas Mann, Davide Enia s’impegna in un’”Autobiografia” molto palermitana, Antonio Latella guida quattro giovani registi dell’Accademia nazionale di arte drammatica Silvio D’Amico nel progetto “Uffa, che barba!”. Luca Marinelli ripropone, come regista, “Una relazione per un’accademia” di Kafka, in un antipasto del Festival previsto a maggio. E poi la compagnia #SineNOmine in “Creta”, in collaborazione con la Casa di reclusione di Maiano, e Jeanne Candel con “Baúbo”.

Particolarmente ricco il menu della danza, un fiore all’occhiello per il Festival. Ci sono, tra gli altri, Wayne McGregor con una novità, “Deepstaria”, Friedemann Vogel con “Soul Threads” e Yoann Bourgeois, che due anni fa emozionò il pubblico con i suoi voli sul tappeto elastico, in “Memory of a Fall”.

Infine, Spoleto ricorderà il suo passato direttore Giorgio Ferrara, scomparso a maggio, con una mostra pensata da Piero Maccarinelli e un incontro a cura di Fabiana Giacomotti.

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