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“Non si fanno paragoni col passato!”. Eppure molte, troppe volte negli ultimi anni la terminologia usata ha rispecchiato la stessa e vecchia disumanizzazione tipica di quei popoli ideologizzati e ignari di quanto stesse realmente accadendo. Perché non vogliamo certo immaginare che quasi un secolo fa molti fossero pienamente consapevoli e che non fossero catturati da qualche ideologia che li convincesse che un preciso gruppo di persone era un pericolo per il bene comune. Non vogliamo certo ipotizzare che al riguardarsi indietro, quelle persone non abbiano provato nemmeno per un secondo un briciolo di disagio o realizzazione sulle tragedie appena accadute. Questo a meno che l’ideologia non avesse raggiunto livelli tali da seppellire l’umanità.
“La soluzione è una sola: campi di sterminio! Se fosse per me costruirei anche due camere a gas“. Vi invitiamo a cercare di capire a quale epoca storica risale questa frase. No, non è di un secolo fa, ma di qualche anno: precisamente durante la pandemia di Covid, quando chi aveva scelto di non vaccinarsi venne bersagliato da frasi di questo tipo. “Campi di sterminio per chi non si vaccina“, disse un medico. Si ipotizzarono “vagoni separati“, “un cartello al collo” e di “sfamare col piombo” chi non aveva il Super Green Pass per andare a scuola o a lavorare.
Si parlò di “escludere dalla vita civile”, di “pulizia etnica” e ancora di “campi di sterminio”. Eppure, dopo tanti anni di giusta celebrazione del giorno della memoria, mai avremmo pensato di rivedere certi termini usati con la stessa disumanizzazione. Sì, non produsse, fortunatamente, effetti pratici come quelli o una sanguinosa guerra civile. Ma davvero necessitiamo di milioni di morti per riuscire a guardarci indietro e riconoscere la radice dell’odio espresso? Proprio per non innescare altro odio, evitiamo di citare gli autori delle frasi sopracitate, invitando invece anche oggi al ricordo delle vittime di quell’odio che ha contraddistinto i regimi del passato e sperando che la storia non si ripeta.