ARTICLE AD BOX
ROMA – Il definitivo stop al gas russo verso l’Europa potrebbe far convergere gli interessi di Italia e Stati Uniti. Al presidente eletto Donald Trump che chiede un aumento delle spese militari e minaccia dazi sull’export dei Paesi europei, l’Italia potrebbe rispondere mettendo sul piatto una richiesta ulteriore di Gnl americano (gas naturale liquefatto) per compensare la quota residuale che fino a qualche giorno fa poteva arrivare da Mosca via Ucraina.
Una fonte spiega a questo giornale che il governo sta valutando di incrementare l’acquisto di Gln dall’estero con contratti spot di breve durata soprattutto da Stati Uniti, Algeria e probabilmente Libia.
Dallo snodo di Tarvisio a dicembre sono arrivati 526 milioni di metri cubi di gas russo, mentre il fabbisogno annuale italiano ammonta a 61 miliardi di metri cubi. Davide Tabarelli, presidente di Nomisma energia, ha scritto su questo giornale che nel 2025 dovremo fare a meno di 5 miliardi di metri cubi di gas russo che transitava dall’Ucraina.
Come compensare questa mancanza? L’Italia ha già potenziato gli stoccaggi, oltre ad aver diversificato le forniture grazie a contratti consistenti proprio con Algeria, Stati Uniti, Azerbaijan, Qatar e ha rafforzato le infrastrutture con i due rigassificatori di Piombino e Ravenna. Proprio quello in Romagna è stato citato dal ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin che ha ricordato il suo avvio in aprile, una soluzione che «aumenterà ancora la capacità di importazione di Gnl nella nostra rete».
Pichetto non si sbilancia su quali misure prenderà l’esecutivo nell’immediato per massimizzare gli stoccaggi, rassicurando comunque sul livello adeguato delle scorte.
Per affrontare l’inverno dunque non ci saranno problemi di quantità di gas, anche perché le temperature non sembrano troppo rigide, e le industrie utilizzano meno volumi rispetto al passato. Il problema che angoscia l’esecutivo e soprattutto i clienti è rappresentato dal costo che resta ai massimi da ottobre 2023. Anche ieri il prezzo del gas alla Borsa di Amsterdam è tornato sopra i 50 euro al megawattora.
Le associazioni dei consumatori temono rialzi delle bollette fino al 30%, visto che i rincari dell’energia elettrica (il cui prezzo è comunque legato al gas) nel primo trimestre saranno superiori del 18%. Il governo non ha misure da mettere in campo immediatamente per arginare la risalita dei prezzi, ma monitora la condizione dei clienti “vulnerabili”, ovvero anziani over 75, percettori di bonus sociale e persone con disabilità. Il ministro Pichetto auspica un intervento europeo attraverso «l’adozione del price cap, in grado di proteggere tutti i Paesi in egual misura».
Proprio ieri il Mef ha messo online i moduli per la “Carta acquisti”: lo strumento introdotto nel 2008 per offrire un sostegno alle persone meno abbienti alle prese con il caro prezzi di alimenti e bollette energetiche.
Il programma è dedicato ai cittadini di età superiore ai 65 anni e ai genitori di bambini di età inferiore ai tre anni che potranno ricevere un contributo di 80 euro ogni due mesi per le spese alimentari, sanitarie e per il pagamento delle bollette di luce e gas. Lo scorso anno, in dieci mesi, sono stati erogati 144 milioni di euro per 360 mila beneficiari.
I rincari riaccendono la polemica politica. Il presidente del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte attacca il centrodestra: «Arriva una batosta tutta a carico dei cittadini. Nel 2025 possibili aumenti fino al 30% su luce e gas, rincari sulla maggior parte delle tratte autostradali e anche sull’assicurazione dell’auto».
Conte accusa l’esecutivo di aver stanziato «risorse record sulle armi per portare avanti una strategia fallimentare sulla guerra in Ucraina, che a pagare sono – come sempre – i cittadini con spese militari e rincari in bolletta».