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Rafforzare la crescita per mitigare le incertezze globali. La raccomandazione di Giancarlo Giorgetti arriva in una fase delicata per l’economia continentale, con la Germania che vede la possibilità di una recessione tecnica e i conflitti - Ucraina e Medio Oriente - che pongono dubbi sulla stabilità sulla bilancia commerciale europea.
«La nostra economia è cresciuta anche nel 2023, sebbene in ritmo inferiore e mostra una discreta vitalità», spiega Giorgetti. Ma avverte che bisogna fare di più. Parla di risorse da sbloccare, il titolare del Tesoro. E lo fa prendendo spunto dall’ultima riforma a cura del suo dicastero. «È importante avere un fisco più equo, efficiente e meno gravoso per imprese e cittadini, favorendo occupazione e investimenti», sottolinea. Un riferimento, quello agli investimenti, che è in linea con le richieste di Bruxelles, che invoca un atteggiamento proattivo degli Stati membri.
L’obiettivo, in una fase storica così complicata, è quello di alimentare la fiducia. I segnali positivi del mercato del lavoro in Italia sono numerosi, fa notare Giorgetti nel corso della cerimonia del giuramento degli allievi dell’Accademia della Guardia di Finanza a Bergamo. Ma tali spunti devono essere supportati da una corsa a senso unico, sebbene gli ostacoli siano svariati. Giorgetti è consapevole che le grane Superbonus e Bonus Facciate possono avere implicazioni significative sui conti pubblici nei prossimi anni, e quindi sulle leggi di Bilancio che accompagneranno il Paese fuori dall’incertezza.
Entrambe le due misure - circa 180 miliardi di euro come fardello per il saldo statale - hanno bisogno di essere disinnescate. Proprio per questo bisogna far sì che la “discreta vitalità” della crescita economica italiana, come definita da Giorgetti a Bergamo, sia foraggiata da fattori più strutturali. Non nega che le sfide che ha di fronte l’Europa, e quindi l’Italia, siano importanti. «Sostenere la transizione verso un’economia più sostenibile con scelte di prudenza e realismo nel rispetto dei conti pubblici e la sostenibilità del debito», rammenta.
In quest’ottica di lungo periodo, il numero uno del Tesoro pone l’accento su alcuni aspetti che negli ultimi decenni hanno limitato il potenziale dell’Italia. Il richiamo d’obbligo, per l’occasione e per l’attualità, è alle questioni tributarie. «Il ruolo della Guardia di finanza è fondamentale per accompagnare nella legalità il processo di rilancio dell’economia del nostro Paese nei complicati scenari geopolitici che viviamo», ha notato, definendo «indispensabile» l’azione della Gdf nel contrastare gli illeciti, che rappresentano un «grave ostacolo alla crescita e allo sviluppo del Paese». Anche per questo, avverte, bisogna accelerare con le riforme.
Il contesto in cui si muove Giorgetti, fra tensioni geopolitiche e processi di deglobalizzazione, non aiuta. Ma sotto il profilo dei tassi d’interesse, con la Banca centrale europea (Bce) che sta iniziando il percorso di discussione sul primo taglio al costo del denaro, c’è molta più serenità che nel recente passato. Il differenziale di rendimento fra Btp e Bund è ai minimi da due anni, il rendimento del titolo decennale italiano - pur restando più elevato delle controparti europee - segna un declino marcato.
L’appeal dei bond dedicati ai piccoli risparmiatori, come il Btp Valore, non è in discussione. Il tempo guadagnato sulle emissioni di debito pubblico italiano, anche attraverso strumenti dedicati al retail domestico, non può essere sprecato. Un concetto che, con il Piano nazionale di ripresa e resilienza che deve ancora scatenare tutto il suo potenziale di espansione economica, al Tesoro conoscono bene.
Le parole del numero uno del Tesoro arrivano in un momento in cui anche Confindustria evidenzia la pericolosità dello scenario. La domanda interna è attesa essere “debole”. Per i consumi, avverte il centro studi di Viale dell’Astronomia, «più luci: a gennaio, le vendite al dettaglio scendono poco (-0,3%); si ha un marginale calo degli occupati (-0,1%), ma l'andamento di medio termine resta molto positivo e sostiene i redditi; a febbraio è risalita ancora la fiducia delle famiglie; tassi e prestiti non aiutano». Di contro, «per gli investimenti, più ombre: il credito è in calo (-4,0% annuo a gennaio); a febbraio gli ordini delle imprese di beni strumentali si assottigliano; il sentiment delle aziende (Iesi) è calato».
Il nodo più difficile è quello legato alla bilancia commerciale. «Le prospettive per l’export di beni sono incerte. Nel 4° trimestre 2023 il commercio mondiale è aumentato (+0,5%), per la prima volta dopo quattro trimestri di contrazione (-1,9% nell’anno)”, si spiega nell’ultimo rapporto. Ma “le difficoltà del trasporto marittimo (90% degli scambi globali), e i suoi costi, continuano ad alimentare incertezza. Il canale di Suez, da cui passano il 15% delle merci globali, ha ridotto di circa il -40% la movimentazione di navi (a gennaio-marzo 2024, in termini annui) e, in parallelo, è aumentata quella per il Capo di Buona Speranza (+86%)». Una questione che al Tesoro viene monitorata con attenzione.
Giorgetti si fa portavoce di un’opinione diffusa anche sui mercati finanziari, dato il periodo di calma apparente. «Dobbiamo proseguire nell’opera di attuazione delle politiche strutturali già avviate dal governo per sostenere l’economia». La soluzione passa da uno snellimento dei processi burocratici e da un pragmatismo adattivo che, secondo Giorgetti, può essere la chiave di volta per garantire una sostenibilità di medio, ma soprattutto di lungo, termine. Sullo sfondo, le incognite geopolitiche aumenteranno, dal momento che fra pochi mesi ci saranno le elezioni europee prima e quelle statunitensi poi. Prepararsi alla mitigazione dei contraccolpi, questo il ragionamento dominante al Tesoro, non è solo consigliabile. È necessario.