Tanta fatica, tante liti, tante correzioni fino all’ultimo per far sì che la manovra di fine anno, ormai in dirittura finale, rientri nei parametri del rigore previsto dal nuovo Patto di stabilità europeo. E poi arrivano la legge “mancia” e il “Milleproroghe” a riportarci ai vecchi tempi delle piccole promesse irrinunciabili e della continuazione di molte soluzioni d’emergenza, che scivolano da un anno all’altro senza che si sia in grado di metterci una pietra sopra una volta e per sempre.
L’approvazione della legge di stabilità è accompagnata da quella di una lunga serie di ordini del giorno, richieste al governo – e corrispondenti impegni – che troveranno attuazione all’inizio dell’anno. Rigorosamente prima di aprile, quando arriverà la prima revisione dei conti e il primo assaggio di tagli, se non si vuole poi ritrovarsi a fine anno con una situazione più complicata del solito.
A rileggere i testi che sono passati e stanno passando, uno dopo l’altro, a larga maggioranza, si può mettere insieme l’indice, ancora provvisorio che comporrà la copertina della legge “mancia” e del Milleproroghe. La prima, per la verità, ha subito negli anni una contrazione, specie da quando il rapporto tra gli eletti e i territori di provenienza si è allentato, a causa del sistema elettorale che mette la sorte dei candidati nelle mani dei leader. Dunque, da mancia vera e propria riservata a singoli deputati e senatori per tenere buoni i collegi e le circoscrizioni di appartenenza, a strumento per accontentare le istanze degli amministratori locali, a volte dei parroci, e insomma di collettori della raccolta di voti divenuti assai preziosi, in tempi di forte astensione.
E così: 400 mila euro per la manutenzione delle strade rurali di Orune, in provincia di Nuoro. E per via Casazza a Caserta, altri centomila. Viene da pensare che una volta alle strade ci pensavano le province, abolite da tempo, anche se non del tutto. E poi: un milione per la ristrutturazione del teatro parrocchiale di Santa Maria Assunta di Brignano a Gera d’Adda (Bergamo). Altri centomila per la parrocchia di Santa Maria della Grotticella a Viterbo. Sono solo alcuni esempi. Il conto, per ora, supera i cento milioni. Ma al momento di chiudere, a gennaio, è destinato sicuramente a salire.