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I leader Ue hanno approvato le conclusioni del vertice sull’Ucraina a 26, senza l’Ungheria. Non è stato quindi possibile avere l’unanimità sul paragrafo di sostegno a Kiev. Quello sulla difesa è stato approvata a 27. Ed è in questo clima che Mosca si scaglia contro Emmanuel Macron e lo paragona a Hitler e Napoleone. All’indomani del discorso in cui l’inquilino dell’Eliseo ha lanciato l’ipotesi di un 'ombrello nucleare' francese sull’Europa, affermando di non poter credere che la Russia si fermerà all’Ucraina, più voci si sono levate dalla leadership russa. "La retorica nucleare di Macron è una minaccia per la Russia», è stato il primo messaggio, quello del ministro degli Esteri Sergey Lavrov, che ha poi assimilato Macron a Hitler e Napoleone dicendo che "a differenza dei suoi predecessori, che pure volevano combattere la Russia - Napoleone, Hitler - il signor Macron non sta agendo con molta grazia".
Vladimir Putin ha poi rilanciato questo paragone, accostandolo a una minaccia: "Ci sono ancora persone che vogliono tornare ai tempi di Napoleone, dimenticando come è finita". Macron ha detto di volere aprire un "dibattito strategico" sull’eventualità di una protezione dell’Europa con la cosiddetta 'dissuasione nucleare' francese. In base a questa strategia militare difensiva, la Francia mette in evidenza il proprio arsenale nucleare - che secondo le stime è il quarto al mondo con 290 ogive - per dissuadere un potenziale avversario dall’attaccare e dunque evitare una guerra. Il discorso di Macron "difficilmente può essere percepito come un discorso di un capo di Stato che pensa alla pace. Piuttosto, da ciò che è stato detto, si può concludere che la Francia pensa più alla guerra, a continuare la guerra", ha accusato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. Provando a screditare il leader francese, Lavrov ha detto che "Macron, per salvare la sua reputazione, che è stata irrimediabilmente calpestata all’interno della Francia, potrebbe ricorrere ad azioni del tutto avventate". Poi una nuova minaccia di Putin: "Tutti gli errori dei nostri nemici e avversari sono iniziati proprio con questo: sottovalutare il carattere del popolo russo".