Incendio a Los Angeles, come è nato? Il fisico Pasini: «Origine dolosa, l'effetto venti di Santa Ana, le temperature anomale»

Antonello Pasini, lei è un esperto del clima dell'Istituto sull'Inquinamento Atmosferico del Cnr, in Usa si sta indagando sulle cause degli incendi, ma con temperature inferiori ai 20° possiamo escludere l'autocombustione?
«Credo che l'origine sia dolosa, e mi sento di escludere l'autocombustione, ma il vero problema è che in qualunque modo siano nati questi incendi, alla base c'è una situazione meteoclimatica che sta certamente favorendo la diffusione dei roghi ed anzi li sta rendendo più ampi e più difficili da gestire».

Secondo i climatologi americani, un ruolo evidente è ricoperto dai violenti venti, chiamati Santa Ana. Lei che cosa ne pensa?
«Sono una delle cause. Si tratta di venti di caduta che provengono dalle montagne situate alle spalle della California, e come fenomeni assomigliano al Föhn italiano, un vento caldo che scende dalle catena delle Alpi».

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Sono venti molto potenti?
«Possono raggiungere anche i 160 km all'ora, quindi direi di si, e sono particolarmente secchi e caldi, fattori che incidono molto nel propagare gli incendi».

Lei ha detto che i venti sono una delle cause, quali sono le altre?
«Se il vento è un fenomeno atmosferico tipico di quella zona, altri due elementi sono di origine antropica. Sicuramente la siccità, visto che negli ultimi mesi in California ha piovuto molto poco e questo ha reso più secco il sottobosco e la vegetazione cresciuti invece nel periodo più umido precedente, quando le piogge sono state anche molto intense. Le piante secche, infatti, rendono più semplice il propagarsi di incendi. E l'altro elemento si riferisce ancor di più al cambiamento climatico, cioè alle temperature che sono sempre più calde».

Siamo a gennaio, eppure a Los Angeles le temperature sono intorno ai 20°. È normale?
«Tutto l'anno 2024 è stato molto caldo nel mondo, quindi anche in California, e le temperature sono superiori alla media di almeno 2/3 gradi. Purtroppo il cambiamento climatico sta rendendo normali questi ultimi dati».