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Infarti e ictus, la classifica delle regioni più preparate alle urgenze: ecco dove la mortalità è più bassa

7 mesi fa 30
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Il tempo è cuore, dicono i cardiologi. Il tempo è cervello, ribattono i neurologi. Quasi uno slogan per ricordare che, nonostante i grandi progressi nel trattamento dell’infarto e dell’ictus, la variabile tempo, cioè l’intervallo tra l’inizio dei sintomi e la messa in atto delle cure, resta il fattore determinante per salvare la vita e ridurre al massimo i danni. E la variabile tempo in queste malattie si gioca quasi tutta sul territorio, con l’arrivo tempestivo dei soccorsi, oltre che con la pronta ed efficiente presa in carico, all’arrivo in Pronto Soccorso. Ecco perché nel nostro Paese sono state create le cosiddette “reti tempo-dipendenti” per gestire al meglio le emergenze-urgenze relative alle patologie tempo-dipendenti che, oltre a infarti e ictus, comprendono anche tutta la parte traumatologica (incidenti stradali, sul lavoro, ecc) e quella dell’emergenza-urgenza.

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Gli indicatori

Le reti sono strutturate a livello regionale e l’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (Agenas) monitora periodicamente il loro funzionamento, Regione per Regione. Sono stati appena presentati i risultati della Terza Indagine Nazionale sullo Stato di Attuazione delle Reti Tempo-Dipendenti, condotta nel 2023. Restituiscono la fotografia di un’Italia molto variegata, con importanti differenze tra una Regione e l’altra e un certo gradiente Nord-Sud. E non mancano le eccezioni. Fanalino di coda per le prestazioni di Pronto Soccorso è la Campania. Ma se Sparta piange, Atene non ride, perché la cosiddetta “variabile Pronto Soccorso” è sicuramente in sofferenza in tutte le Regioni e rappresenta il vero anello debole delle reti tempo-dipendenti. I lunghissimi tempi d’attesa sono spesso alla base del fenomeno dell’abbandono di questi punti di emergenza-urgenza, prima ancora di aver effettuato la visita. I risultati delle performance delle quattro principali reti tempo-dipendenti (cardiologica, ictus, traumatologia, emergenza-urgenza) analizzati dal rapporto Agenas sono stati ottenuti sulla base di un questionario compilato dalle Regioni e dal rilevamento di una serie di indicatori, quali la percentuale di infarti sottoposti ad angioplastica (metodica utilizzata in ambito cardiologico per dilatare un restringimento coronarico che riduce il flusso del sangue al cuore) entro 90 minuti dal ricovero, la mortalità a 30 giorni per ictus, il tempo di permanenza in pronto soccorso e la percentuale di abbandono.

Per quanto riguarda la Rete Cardiologica, le Regioni dove funziona meglio sono Marche, Toscana, Emilia Romagna e Lazio. Buone le performance complessive anche di Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Veneto e Liguria. In fondo alla classifica generale si trovano Sicilia e Valle d’Aosta, precedute da Calabria e Molise. Andando ad esaminare un indicatore fondamentale della Rete Cardiologica, ovvero la percentuale di infarti sottoposta ad angioplastica entro 90 minuti dal ricovero quella che ne può vantare la più alta percentuale è la Provincia autonoma di Trento, con il 62,35%. Le più basse percentuali si registrano invece in Basilicata (34,48%), Liguria (39,41%) e Sicilia (42,82%).

La terapia

Sul fronte dei by-pass aorto-coronarici, la mortalità più bassa a 30 giorni dall’intervento si registra in Friuli Venezia Giulia, la più alta in Sicilia e in Umbria. La Rete ictus vede tra le Regioni migliori d’Italia la Provincia Autonoma di Bolzano, Emilia Romagna, Liguria, Veneto e ancora una volta il Lazio. Fanalini di coda Basilicata e Molise, preceduti da Valle d’Aosta e Sardegna. La minore mortalità per ictus a 30 giorni dal ricovero si registra in Umbria (7,63%), mentre la più alta si ha in Basilicata (16,20%). La Rete Emergenza-Urgenza funziona bene in diverse regioni del nord, con la Provincia Autonoma di Bolzano prima in assoluto per assistenza e presa in carico. 

Il dolore

Bene anche Veneto, Lombardia, Toscana e Piemonte, mentre i cittadini che aspettano più a lungo i soccorsi sono quelli di Campania e Sardegna. Rispetto ai tempi d’attesa per i codici rossi (i pazienti più gravi) dall’arrivo in pronto soccorso al ricovero, la più virtuosa è la Valle d’Aosta (88,5 minuti), mentre nel Lazio i cittadini aspettano in media 305 minuti, cioè più di 5 ore. E nonostante ciò il Lazio non è tra le Regioni con la più alta percentuale di abbandono; quelli più in fuga dal Pronto Soccorso si trovano in Sardegna dove in pratica un paziente su 4 se ne va senza attendere di essere visitato. Anche se ha dolore e sta molto male. La media nazionale dei cittadini in codice rosso che abbandonano esasperati per le lunghe attese i Pronto Soccorso è 6,29%, mentre in Valle d’Aosta, nessun paziente decide di andarsene senza essere visitato.
 

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