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Giacca nera, voce rauca e incerta. A 74 anni, Joël Le Scouarnec, un ex chirurgo che ha operato per decenni in almeno 10 grandi ospedali di Francia, è comparso davanti al tribunale penale di Vannes, in Bretagna, con l'accusa di aver commesso violenze e stupri su 300 piccoli pazienti: le vittime individuate hanno un'età media 11 anni. «Se sono oggi qui davanti a voi - ha detto quando la presidente gli ha dato la parola - è perché nel mio passato, quando alcuni miei pazienti erano per lo più bambini, ho commesso su di loro atti orribili». Le Scouarnec è già in carcere per una condanna a 15 anni per stupri e violenze commesse su 4 bambini (due erano sue nipoti), e ora rischia altri 20 anni per quanto compiuto su giovanissimi pazienti fra il 1989 e il 2014 in diversi ospedali dell'ovest della Francia. Oltralpe il suo nome è diventato l'emblema dell'impunità e del silenzio che copre la pedofilia e gli abusi sui minori. In aula, una trentina di manifestanti hanno issato cartelli con scritte come «Medici aggressori, stupratori, Ordine dei medici complice». Ognuno dei manifestanti mostrava una lettera a comporre la scritta «Stop alla legge del silenzio».
L'orrore
«Oggi sono perfettamente cosciente oggi - ha affermato l'ex chirurgo - che le ferite che ho provocato sono incancellabili, irreparabili. Che indietro non posso tornare. Ma voglio assumermene la responsabilità per tutte le conseguenze che i miei atti hanno avuto sulla loro vita». La voce bassa e profonda di Scouarnec è stata ascoltata in silenzio fino al termine della dichiarazione dell'imputato, poi la seduta è stata sospesa: il processo durerà 4 mesi. Sono 299 le persone - ormai maggiorenni - che hanno subito gli abusi di Le Scouarnec, sempre camuffate o celate dietro procedimenti medici. Di queste 256 avevano meno di 15 anni, e quando il chirurgo ha usato violenza su di loro erano addormentati o in fase di risveglio dall'anestesia. A far venire a galla l'orrore perpetrato senza alcun ostacolo per 25 anni è stata una bambina di 6 anni: una sua vicina di casa, che ha avuto la maturità e il coraggio di raccontare tutto ai genitori facendo scattare la denuncia.
Gli archivi
Quando i poliziotti si sono recati nella sua abitazione, nel 2017, hanno scoperto un enorme archivio: Le Scouarnec catalogava le sue vittime con nomi, caratteristiche della piccola vittima, età, indirizzo di casa, e perfino il tipo di violenze che lui le aveva inflitto. Molti di questi pazienti sono stati colti da una sorta di amnesia da trauma e non hanno mai saputo descrivere gli abusi subiti. Dopo l'arresto e la scoperta dei fatti, Le Scouarnec si proclamò pedofilo. La sua ex moglie sostiene di non aver mai avuto, per un quarto di secolo, il minimo sospetto sui comportamenti del marito, nonostante negli appunti ritrovati con l'elenco delle violenze ci sia scritto il contrario.
Il ruolo della moglie
Fra l'altro, l'ex chirurgo era stato già condannato una prima volta nel 2005, nel pieno della sua attività di abusi su piccoli pazienti, per detenzione di immagini pedopornografiche. C'è il sospetto che l'ex moglie potesse aver capito più di quanto non ammetta, e in aula saranno chiamati a dare spiegazioni anche diversi colleghi o collaboratori di Le Scouarnec che sembra fossero al corrente fin dal 2006 della prima condanna del chirurgo ma che non fecero nulla per fermarlo o denunciarlo, o almeno evitare che si continuasse a trovare da solo in presenza dei pazienti minorenni.