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L’industria automobilistica europea “non vuole tornare indietro ma spinge per andare avanti”. Bene aprire il dialogo con la Ue, noi ci saremo con la mente aperte e senza soluzioni preconfezionate” a patto che “si prenda atto della realtà economica attuale”. In Europa un’armonizzazione degli incentivi nei 27 Paesi per sostenere la domanda di auto elettriche sarebbe “benefico” per il settore. No al protezionismo e guerre commerciali su scala globale, nelle quali “non ci sono né vinti né vincitori”. Meglio cooperare e trovare anche con la Cina soluzioni “mutualmente accettabili”. E con l’amministrazione Trump occorre “valutare bene quali saranno le loro posizioni” anche qui con mente aperta. È questa la piattaforma con la quale l’Acea, che riunisce i produttori auto europei, si presenterà al confronto che a breve avvierà la Commissione europea (una data precisa ancora non c’è). L’ha delineata il presidente Ola Kallenius, ceo Mercedes-Benz, con i giornalisti al Salone dell’auto a Bruxelles.
Per l’Acea il Green Deal europeo “deve essere soggetto a un controllo della realtà e a un riallineamento, per renderlo meno rigido, più flessibile e per trasformare la decarbonizzazione dell'industria”. Per quanto concerne l’anticipo della revisione delle regole del 2035, Kallenius manifesta anche su questa grande prudenza (d’altra parte non tutti gli associati Acea sono della stessa opinione): “Vedo che molti politici, diversi leader in vari paesi hanno cominciato a chiedere una revisione (nel 2025 anticipata rispetto a quella prevista nel 2026 – ndr): ci si chiede se dobbiamo decarbonizzare il settore nel modo in cui è stato previsto e come lo facciamo difendendo la competitività e i posti di lavoro? Vedo che in molti posti questo confronto sta diventando dinamico…..”.
Sul rischio protezionismo il presidente Acea indica che va evitato in tutti i modi perché l’Europa ha tutto da perdere giacchè “importa ed esporta in tutte le direzioni” (producendo molto fuori Europa ed è il caso per la Cina, in cui i tedeschi sono grandi produttori anche se ora detronizzati da Byd, come per gli Usa.
“Certo le barriere protezionistiche stanno aumentando: ora dobbiamo capire bene che cosa vogliono gli Usa, diamo un’occhiata molto seria a ciò che si vuole sapendo che se ci sono dazi ci saranno i controdazi e le conseguenze economiche saranno negative. Direi che ci sono molti incentivi a pensare con molta attenzione a ciò che vuole l’altra parte e poi vedere….”.
Nella lettera alla Ue Kallenius indica che “mentre molti dipingono una fosca prospettiva per il commercio globale, la leadership della Ue è fondamentale per rilanciarlo, massimizzarne le opportunità e trovare una via per stabilire relazioni commerciali durature”. La sua prudenza sul tema commerciale è massima: “In una certa misura è comprensibile che la Ue debba proteggere il mercato interno e l’economia da attori che non rispettano le regole Wto. Ma l'esperienza ha anche dimostrato che le potenziali guerre commerciali non hanno vincitori. Le misure protezionistiche non sono necessariamente la soluzione migliore”.
Per quanto riguarda la Cina, la parità di condizioni “non dovrebbe essere utilizzata in modo da tagliare fuori i mercati e mettere a repentaglio catene di approvvigionamento consolidate e ben funzionanti”. Questa è in pieno la posizione dei produttori tedeschi che hanno solide posizioni in Cina. Continua il presidente Acea: “Invece di alzare muri, il mercato interno europeo dovrebbe essere rafforzato e reso più resiliente. Entrambi Ue e Cina hanno interesse a trovare un accordo. Ecco perché riconosciamo gli sforzi dei decisori politici Ue e cinesi per trovare una soluzione reciprocamente accettabile nel caso anti-sovvenzioni Ue”.
Per quanto riguarda le relazioni commerciali Ue-Usa, “esiste una forte interdipendenza tra entrambe le regioni che è cresciuta nel corso dei secoli. Si manifesta anche nei sostanziali investimenti a lungo termine delle case automobilistiche Ue dall'altra parte dell'Atlantico. Non vediamo l'ora di lavorare con la nuova amministrazione su politiche che aiutino a far crescere e sviluppare le industrie manifatturiere e automobilistiche statunitensi, nonché le relazioni commerciali Ue-Usa”.
Non banale la citazione della presidente Bce Christine Lagarde: “Ha colto nel segno su come sviluppare al meglio le future relazioni commerciali quando ha dichiarato al Financial Times che ‘la ritorsione è un approccio sbagliato’ e che ‘bisogna adattarsi all'altra parte del tavolo’".
Questa la conclusione: “È essenziale riconoscere che il commercio con la Cina e gli Stati Uniti è il più vitale per la prosperità dell'economia europea”.