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Palla uno (a zero), in buca d’angolo: Dusan Vlahovic cesella il vantaggio bianconero quando un primo tempo equilibrato, contro un Cagliari guardingo ma non arroccato, è ormai agli sgoccioli.
Quando Yildiz “sente” lo spazio in area, dal lato sinistro ci soffia dentro la palla: il serbo fa perno sul bacino, con Wieteska alle spalle; addomestica di destro, riesce a girarsi incrociando con il sinistro verso il palo più lontano della porta difesa da Simone Scuffet.
Come nei minuti iniziali del primo tempo, il Cagliari cerca il modo di prendere l’iniziativa e trova la profondità per Lapadula con i vari Gaetano, Deiola, Zortea.
Il raddoppio bianconero scaturisce dall’esecuzione pregevole di Koopmeiners su calcio di punizione: traiettoria di sinistro arcuata e potente, perentoria nella sua precisione, tanto bella quanto efficace. È l’episodio che, realmente, fa girare la partita del tutto a favore della Juventus.
Juventus che da quel momento in poi cerca di gestire il controllo al minimo dei giri: Motta inserisce Gatti in luogo proprio di Koopmeiners e Nico González per far rifiatare Yildiz.
Qual è, tra i giocatori del reparto avanzato dei padroni di casa, il giocatore che può dare alla fase offensiva imprevedibilità e cambio di passo più di ogni altro? Risposta facile: Francisco Conceicao, che a furia di cercarla con un’insistenza a tratti autoreferenziale, trova la terza rete in combinazione con Nico González. L’argentino fa scorrere la palla, il figlio d’arte sorprende la linea difensiva del Cagliari in uscita non perfetta e si accentra per battere col mancino in diagonale.
È stata una Juventus prima attenta, poi cinica e infine anche piacevole, perché il quarto sigillo arriva da González ed è un cucchiaio delizioso che chiude una fluidissima transizione offensiva.
Paolo Marcacci