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L'accordo è fatto, la tregua a Gaza scatta domenica

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L'operazione ritorno a casa si chiama Derech Eretz, 'il cammino della terra' in ebraico. Con un mondo di significati culturali e religiosi per dire che dopo 467 giorni impossibili da vivere, gli ostaggi portati a Gaza il 7 ottobre 2023 potranno rivedere la luce. Grazie al sofferto, faticoso, tormentato accordo andato finalmente in porto tra Hamas e Israele. 

Dopo giorni di caos, notizie contrastanti, fiato sospeso. E soprattutto, l'ansia corrosiva che stanno sperimentando sulla propria pelle le famiglie dei rapiti, molti tuttora all'oscuro della reale sorte dei loro cari. A spazzare la nebbia sulla babele di indiscrezioni ci ha pensato alle 18, ora italiana, il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump: "C'è l'accordo". In un attimo, i cattivi pensieri sono scomparsi, il fallimento dei mesi scorsi non si è ripetuto. La tregua a Gaza può iniziare, gli ostaggi vivi possono continuare a vivere, i morti saranno seppelliti nel loro Paese. Ci sono dettagli che i negoziatori dovranno mettere a punto, specialmente nella seconda fase del piano, ma il grosso del lavoro è fatto. Usa, Qatar, Egitto hanno lavorato sodo. 

Le pressioni su Hamas, in particolare promosse dagli americani, sono state fortissime (vi ha preso parte a distanza pure Ankara), ma non sono mancate quelle dell'inviato di Trump, Steve Witkoff pure su Bibi. O adesso o 'l'inferno' minacciato dal presidente eletto americano poteva seriamente essere preso in considerazione, tanto nella Striscia quanto a Gerusalemme. Il cessate il fuoco a Gaza entrerà in vigore immediatamente, ha detto la Casa Bianca. Ma da Doha il primo ministro Mohammed Al Thani, confermando che l'accordo era stato raggiunto, ha annunciato che la tregua inizierà domenica. Anche i rapiti dovrebbero cominciare a uscire dai tunnel di Gaza nello stesso giorno. L'Idf ha voluto dare un nome simbolico all'organizzazione militare per riportarli indietro, 'Wings of freedom', ali della libertà.

Sui primi 33 rapiti che saranno rilasciati nella prima fase dell'accordo, Israele ha messo un paletto ineludibile: devono essere tutti vivi, nessuna salma. E i primi tre a tornare nel primo giorno di rilascio dovrebbero essere donne civili e bambini: cioè Shiri e i due figli dai capelli rossi, di due anni (il compleanno cade sabato) e 5 e mezzo, Kfir e Ariel. Un'eventualità che amplifica l'angoscia poiché sarà il momento in cui si saprà finalmente se sono ancora in vita, o morti da più di un anno, come ha dichiarato Hamas. L'attesa logorante è tale che, dopo l'annuncio di Trump, il Forum delle famiglie ha pregato i media con una nota "di concedere spazio ai parenti degli ostaggi in questo periodo di estrema sensibilità perché le ore a venire saranno piene di emozioni profonde per tutti".

Joe Biden, il presidente uscente che per mesi ha cercato una soluzione attraverso i suoi inviati, a cominciare dal segretario di Stato Antony Blinken (e le litigate furiose con Netanyahu), pur essendo stato bruciato sul tempo da Trump, ha comunque fatto il suo annuncio: "Oggi, dopo molti mesi di intensa diplomazia da parte degli Stati Uniti, insieme a Egitto e Qatar, Israele e Hamas hanno raggiunto un cessate il fuoco e un accordo sugli ostaggi. Questo accordo fermerà i combattimenti a Gaza, aumenterà l'assistenza umanitaria tanto necessaria ai civili palestinesi e riunirà gli ostaggi alle loro famiglie dopo oltre 15 mesi di prigionia".

Il premier israeliano Benyamin Netanyahu fino a tarda sera non ha detto una parola pubblicamente. Solo il suo ufficio, con un comunicato ufficiale, ha chiarito le controversie delle ultime 24 ore: "Le notizie sul ritiro da parte dell'Idf dall'asse Filadelfia sono una completa menzogna. Il primo ministro non ha ceduto di un millimetro del controllo israeliano sul corridoio. E Hamas ha ceduto rinunciando all'ultima richiesta di modifica della disposizione dell'esercito israeliano lungo la striscia di terra che separa Gaza dall'Egitto". Ma ha pure aggiunto: "Tuttavia, ci sono ancora alcuni punti non risolti nel piano, e speriamo che i dettagli vengano definiti questa notte". Tant'è vero che il team negoziale di Gerusalemme, guidato dai direttori del Mossad e dello Shin Bet, David Barnea e Ronen Bar, è ancora a Doha.

Intanto da Gaza sono arrivate immagini con migliaia di persone in festa per celebrare il cessate il fuoco. Su X, il sito di notizie al Quds ha pubblicato video che fanno vedere uomini armati di Hamas che, a volto coperto, sfilano nelle strade della Striscia sparando colpi, sventolando la bandiera palestinese, gridando Allahu Akbar, dio è grande. Il cessate il fuoco è il frutto della "tenacia" palestinse, ha esultato la fazione islamista in un comunicato. A Tel Aviv, la reazione sembra essere più contenuta: "Era ora, non ne potevamo più. Avevamo in testa l'accordo per il rilascio dei rapiti ogni giorno, non riuscivamo a vivere senza pensare a quelli che non possono farlo liberamente", dice Amir, 38 anni. "Se sono felice? Io non lo so che cosa provo, per le famiglie di sicuro", mormora scombussolata Shalhevet.

Tajani: 'Accordo su Gaza ottima notizia, consolidare la tregua'

"Mi pare un'ottima notizia, mi pare un passo importante verso la pace, bisogna consolidare questo cessate il fuoco, andare avanti con le successive tappe, questo risultato si aggiunge al cessate il fuoco in Libano, al cambio di passo che c'è stato anche con l'elezione del presidente Aoun, con, mi auguro, i primi segnali positivi della nuova amministrazione siriana. Questo significa che in Medioriente si può lentamente costruire la pace". Così il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, commenta il raggiungimento dell'intesa su Gaza a margine di un evento. 

L'Ue: 'Bene l'accordo su Gaza, un sollievo necessario'

"Accolgo con favore l'accordo di cessate il fuoco e l'accordo sugli ostaggi tra Israele e Hamas, che porterà un sollievo tanto necessario a coloro che sono stati colpiti dal conflitto devastante. L'Ue rimane impegnata a sostenere tutti gli sforzi verso una pace e una ripresa durature". Lo afferma sui social la commissaria Ue per il Mediterraneo Dubravka Šuica. 

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