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"L'anticamera delle dimissioni": Alessandra Todde "decaduta", l'ex rivale Truzzu la stronca | Guarda

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"La decadenza. Mai come questa volta un termine giuridico coincide con la stagione politica": Paolo Truzzu, ex candidato del centrodestra alle regionali in Sardegna, lo ha scritto in un post su Facebook commentando le ultime notizie sulla governatrice pentastellata Alessandra Todde, dichiarata decaduta da consigliere regionale e quindi da presidente da parte del collegio regionale di garanzia elettorale per presunte irregolarità nelle spese elettorali. Accuse che la Todde ha negato, decidendo di andare avanti e di difendersi nelle sedi appropriate. Al di là del fatto specifico, però, secondo Truzzu c'è un problema alla base, molto più grande e grave. 

"La rendicontazione delle spese elettorali della Presidente Todde è la cartina di tornasole di questa legislatura 'decadente' a guida 5 stelle - ha scritto nel suo post -. Io non credo che la Presidente abbia 'barato', credo che abbia commesso un errore e poi ne abbia commessi altri per coprire il primo. Ma il vero fatto politico è un altro. Può chi si candida a Presidente di una regione, e con lei il suo staff, non conoscere le norme sulle spese elettorali? No! Può chi non conosce e non sa interpretare norme così semplici essere credibile quando si affrontano temi più complessi quali l’Energia, l’Ambiente, l’Istruzione, la Sanità o i Trasporti, solo per citarne alcuni? No!". E ancora: "Possono i sardi fidarsi di una proposta di riforma della sanità da parte di una Presidente, di un Assessore e dei rispettivi staff, che non sanno compilare una rendicontazione o aprire un conto in banca? No!".

Secondo l'ex candidato un altro fatto grave è che "nel tentativo di riparare alla prima dichiarazione si è comunicato ai magistrati che la Presidente Todde non ha sostenuto spese elettorali, perché quelle le ha sostenute il suo comitato elettorale. Posto che ciò significherebbe aver eluso la norma, la cosa veramente grave è che le due dichiarazioni sono atti pubblici, entrambe depositate alla corte d’appello. Quindi una delle due non è veritiera, o se preferite un falso". Ecco perché a suo dire i sardi non possono fidarsi "di una Presidente, o chi per lei, che fornisce ai magistrati dichiarazioni contrastanti. Anzi, in un paese normale sarebbe l’anticamera delle dimissioni".

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