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“L’ho toccato per due volte, ma non sono riuscito ad afferrarlo. Era tutto nero e freddo”

9 mesi fa 14
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Lo hanno cercato due ore. In acqua. Lo hanno trovato venti metri più avanti, annegato, proprio sotto il ponte della Gran Madre. Si chiamava Luca Aghemo, aveva 51 anni ed era di Rivalta.

Questa è la storia di una sciagura senza senso accaduta di sabato sera, ai Murazzi, sotto gli occhi di decine di persone che quasi non hanno mosso un dito per salvarlo. Che hanno gridato, questo sì. Hanno chiamato i soccorsi, mentre lui annaspava nell’acqua nera, cercando un appiglio, una boccata di ossigeno per salvarsi.

È accaduto che erano neanche le 20. Luca Aghemo e la moglie erano a passeggio sul lungo Po. Si sa poco di come siano andate le cose, di dov’erano diretti, con chi erano. Quel che si sa lo hanno ricostruito i soccorritori, i pompieri, la polizia e i carabinieri arrivati in forze. Quel che si sa è che un solo uomo ha cercato di fare qualcosa. Il suo nome è Rasel Muiya, ha 23 anni, è un cittadino del Bangladesh che lavora da tempo al ristorante da Cianci. Ha visto quell’uomo annaspare. Ha sentito la gente gridare e ha intuito tutto. S’è sfilato il giubbotto e si è lanciato in acqua.

Il soccorritore che ha rischiato la sua vita

Racconta quel che è accaduto mentre i pompieri stanno ancora scandagliando il fondale del Po, e lui se ne sta lì avvolto nella metallina color oro che gli hanno dato quelli della Croce Verde. «Ho sentito della gente gridare. Ho guardato meglio e c’era una persona in acqua, con solo la testa fuori. Nessuno faceva nulla, erano tutti fermi. Allora mi sono buttato. Sì, so nuotare, non ci ho pensato su. Ho cercato di salvarlo, di portarlo a riva. Sono stato in acqua mezz’ora. Ma ad un certo punto la corrente era troppo forte e non riuscivo più a vedere nulla. Ancora cinque minuti e sarei morto anche io».

Ed è un racconto drammatico. L’acqua gelida. Il buio. Nessuna possibilità di fare di più. «Sono riuscito a toccarlo un paio di volte, ma non ad afferrarlo. Ci ho provato. Mi sono immerso, ma non vedevo nulla, nulla, nulla».

Il tentativo di rianimare Luca Aghemo

Quando sono arrivati i soccorritori lui è uscito dall’acqua. Tremava. Quelli della Croce Verde gli hanno dato una metallina. Poi hanno continuato le ricerche. Per un’ora, alla fine lo hanno trovato e tirato fuori dall’acqua. Hanno tentato di rianimarlo, in un disperato ma generoso tentativo di salvare una vita. Quando si sono arresi erano ormai le 21 passate.

Adesso si cerca di ricostruire come siano andate le cose. Ma è complicato. Chi ha visto da lontano se n’è andato, proseguendo il suo sabato sera. Restano i ricordi della moglie, adesso confusa e disperata. L’ultima immagine che ha è quella di Luca che si avvicina alla sponda del fiume. Guarda. Vede qualcosa che lo incuriosisce e prova a scattare una fotografia. Poi perde l’equilibrio, cade in acqua. Lei grida. Lui chiede aiuto. Un uomo si lancia in Po. Poi il buio avvolge tutto. E già si sentono le sirene in lontananza.

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