ARTICLE AD BOX
Daniela Mastromattei 05 ottobre 2024
- a
- a
- a
«Non dubitare mai che un piccolo gruppo di cittadini coscienziosi ed impegnati possa cambiare il mondo. In verità è l’unica cosa che è sempre accaduta», diceva l’antropologa statunitense Margaret Mead. Più facile indubbiamente per un gruppo di musicisti rovinare una festa. E non per delle canzoni stonate. Ma per un cambio di repertorio. Soprattutto se quel repertorio rappresenta un valore politico (di colore rosso).
È accaduto a Napoli, nel borghesissimo quartiere del Vomero dove la Municipalità 5, guidata dal partito di Elly Schlein, aveva dato appuntamento ai cittadini, agli studenti e ai partigiani dell’Anpi per la commemorazione dei martiri antifascisti delle Quattro Giornate di Napoli. E visto che l’unico futuro della sinistra sembra essere quello di contiuare a fare i conti col passato, non è difficile immaginare quale sia stata la colonna sonora richiesta per l’evento dai compagni. Bella Ciao? Indovinato. Purtroppo, però, la banda musicale dei Carabinieri ha preferito un inaspettato cambio di programma. E intonare Ma non tutta la vita dei Ricchi e Poveri e Ymca dei Village People.
Ilaria Salis e Zerocalcare annunciano un "tour antifascista": toh, chi sono gli sponsor
Apriti cielo. La manifestazione partita in allegria per immergersi in una marcia politica ha avuto una battuta di arresto sulle note di Che confusione il sabato... prendo già da bere, i tuoi gusti li conosco... brano recentissimo dei Ricchi e Poveri, dedicato ai giovani e ai loro immancabili riti (aperitivi e dintorni), ragazzi più attenti ai cocktail e ai telefonini che alla storia della Resistenza. Come del tutto sconosciuta deve essere stata la canzone (uscita qualche mese fa) dell’ex gruppo rimasto un duo per gli antifascisti in piazza che si aspettavano di intonarea tutti insieme appassionatamente Una mattina mi son svegliato, o bella ciao... Una mattina mi sono alzato e ho trovato l’invasor.
La protesta è scattata alta e forte («scandaloso») tra i consiglieri del Municipio e i partigiani, convinti fermamente del rifiuto dei Carabinieri di suonare il loro inno, simbolo di libertà e di lotta contro le dittature. Invece l’iniziativa sarebbe partita dall’alto. «Il repertorio ci è stato inviato dal Comando», hanno replicato dalla banda.
Fuori dal coro la presidente del Pd, Clementina Cozzolino: «Era previsto che momenti di solennità fossero alternati a momenti di spensieratezza per i giovani», con due gruppi cari ai loro nonni, Village People e Ricchi e Poveri. Disse, quando la banda passò (cantava Mina).
Daniele Capezzone: frignano sul fascismo e si riempiono le tasche
Comunque le origini di Bella Ciao, non sono così certe. Non esistono prove documentali dell’esistenza del canto popolare fino agli anni Cinquanta. All’inizio si pensava che la nascita fosse riconducibile a un canto delle mondine, ma lo storico Cesare Bermani la reputa posteriore. E quindi sarebbe stata composta dopo la guerra dal mondino Vasco Scansani di Gualtieri. Il testo del loro canto è simile ma il loro Bella Ciao si riferisce alla giovinezza che sfiorisce stando dietro a un lavoro così logorante. Qui l’invasor è la vecchiaia.