Rimasto da solo a dirigere l’allenamento di ieri a Formello, con le dimissioni del resto dello staff di Sarri presentate qualche ora prima, Giovanni Martusciello sa già quanto durerà il suo interregno sulla panchina della Lazio: una sola partita, domani a Frosinone. Il traghettatore, che potrebbe anche restare in biancoceleste, da lunedì consegnerà il timone della nave a Igor Tudor, nuovo capitano scelto personalmente dal presidente Claudio Lotito. Il tecnico croato, ex Udinese, Verona e Marsiglia, è di fatto il nuovo allenatore della Lazio: intesa trovata, dopo un incontro romano, fino al 30 giugno 2025 (con opzione azionabile dalla società) per un ingaggio che con i premi dovrebbe essere lievemente inferiore ai 3 milioni.
Tra i collaboratori di Tudor, nel ruolo di vice, ci sarà un posto anche per Alessio Tacchinardi, vecchio compagno da calciatore di tante avventure juventine. Proprio contro la Juve, attesa all’Olimpico il 30 marzo in campionato e avversaria anche il 2 marzo a Torino nella semifinale d’andata di Coppa Italia, sono scalettati i primi due impegni del nuovo proprietario della panchina biancoceleste.
L’intesa, trovata nel vertice di ieri sera a Roma tra Lotito, Tudor e il suo agente Seric, verrà ratificata da lunedì. Nel frattempo il presidente-senatore laziale, intervistato dal Tg1, ha tuonato contro i suoi dipendenti calciatori a proposito delle dimissioni di Sarri. «Il passo indietro non era nell’aria: è stato un qualcosa di inaspettato, un fulmine a ciel sereno. Sarri si è sentito tradito dai comportamenti di alcune persone. C'è qualcosa di strisciante all'interno di questo gruppo: una squadra che batte il Bayern Monaco e poi perde con l’Udinese e non solo con l’Udinese. Ora i calciatori non hanno più alibi o la possibilità di scaricare su altri le proprie responsabilità. Con loro serve un allenatore che usi sia il bastone che la carota». Compito che da lunedì spetterà al sergente di ferro Igor Tudor, più incline all’uso del primo che della seconda e raccontato meditabondo sul rivoluzionare il modulo di gioco rispetto al 4-3-3 adoperato dal “tradito” Sarri.