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La trappola del contante zero che vogliono imporvi ▷ Frajese: “Una metafora spiega la vera menzogna”

2 giorni fa 1
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Sono svariate le notizie che parlano di rapine nei confronti di taxisti uscite nei giorni addietro. Se ne discute spesso e le polemiche non mancano. La riflessione di Fabio Duranti ai microfoni di ‘Un Giorno Speciale’ parte proprio dalla lettura di un post X a riguardo: “L’allarme dei tassisti a Milano: ‘siamo diventati bancomat dei rapinatori‘. Quando non usate il POS e chiedete contanti per evadere son c***i vostri!!!”.
La preoccupante tendenza è questa: demonizzare un determinato argomento attraverso post di odio e polarizzazione su svariati temi. È proprio il caso del “contante zero”, la transizione dalla moneta fisica ai pagamenti completamente elettronici che governo e istituzioni stanno cercando di condurre.

Secondo Vanni Frajese, la già citata transizione nasconde insidie e controversie che non tutti hanno considerato: “L’ascensore è sicuramente più rapido e comodo delle scale, su questo non c’è dubbio. Abbiamo visto, per esempio, che la menzogna spesso sfrutta queste caratteristiche a suo vantaggio. Ma vivreste mai in un grattacielo dove esiste solo l’ascensore e le scale non sono state progettate, perché si è deciso che era necessario controllare chi entra e chi esce dall’edificio? Se in un caso del genere venisse a mancare la corrente o si verificasse un problema, vi ritrovereste bloccati, senza alcuna alternativa.

È esattamente la stessa cosa con il digitale: affidarsi completamente a un sistema digitale significa che, in caso di malfunzionamento, non ci sono “scale” di emergenza per risolvere il problema. Questo rende la situazione non solo scomoda, ma in alcuni casi può diventare una questione di sopravvivenza.

Pensare di digitalizzare tutto, inoltre, comporta un enorme trasferimento di denaro dai molti verso i pochi che gestiscono il sistema. Ogni transazione digitale ha un costo, e questa centralizzazione è già di per sé discutibile. Ma c’è anche un aspetto concettuale: eliminare le alternative al digitale è palesemente insensato, al punto che anche un bambino se ne renderebbe conto. Questo tipo di scelta porta a disagi evidenti e rappresenta, in realtà, una forma di controllo estremamente invasiva, come si osserva in Cina. Lì, per esempio, viene monitorata persino la quantità di CO2 prodotta da ogni singolo acquisto“.

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