Il clima di incertezza economica, con la guerra dei dazi da una parte e la situazione geopolitica dall'altra, creano indecisione sui mercati. Le Borse europee concludono la giornata in ordine sparso, appesantite dal malumore di Wall Street dopo il dato sulla fiducia dei consumatori Usa sotto le attese. A farne le spese è anche il bitcoin che scivola sotto i 90mila dollari, ai minimi da tre mesi.
A brillare moderatamente è la Borsa di Milano, con l'indice Ftse Mib che sale dello 0,63% a 38.714 punti, dopo aver sfiorato i 39mila punti, ai massimi da novembre 2007. Giornata positiva anche per Madrid (+0,8%) e Londra (+0,1%). In calo Parigi (-0,4%), poco mossa Francoforte (-0,07%). Nel Vecchio continente la lente degli investitori è rivolta sulla Germania, dove sono in corso i colloqui tra le forze politiche per la formazione del nuovo governo.
Un quadro che spinge al rialzo l'euro sul dollaro mentre sono in calo i rendimenti dei titoli di Stato. Su questi ultimi pesano i timori di una pausa della Bce sul taglio dei tassi d'interesse. In una posizione attendista sembra attestarsi anche la Fed che guarda all'andamento dell'inflazione, prima di agire sulla politica monetaria. Sul fronte dei titoli di Stato, lo spread tra Btp e Bund, intanto, ha concluso in calo a 113 punti, con il rendimento del decennale italiano al 3,58% e quello tedesco al 2,45%.
A Piazza Affari un report di Morgan Stanley ha messo le ali alle banche. La banca d'affari americana ha espresso apprezzamento per gli istituti di credito italiano per i risultati finanziari, da poco presentati, ma anche per le operazioni di consolidamento annunciate nei mesi scorsi. Gli analisti hanno aggiornato le stime per le banche italiane "che copriamo tenendo conto degli sforzi del management" nel mantenere la redditività attraverso una "serie di leve, tra cui la generazione di commissioni, l'efficienza dei costi e la solidità della qualità degli attivi". Una valutazione che ha portato ad un balzo di Mps (+5,3% a 6,96 euro), alle prese con l'offerta su Mediobanca (+1,5% a 16,82 euro). Avanza Unicredit (+2,8% a 49,33 euro) con l'operazione su Banco Bpm (+2,1% a 9,37 euro). Tra le banche coinvolte nel risiko salgono anche la Popolare di Sondrio (+2,7% a 10,63 euro) destinataria dell'ops di Bper (+2% a 7,10 euro) e Unipol (+1,4%), socia di entrambi.
Cresce anche Intesa (+1,8 a 4,62 euro).
Morgan Stanley continua a ritenere che i principali catalizzatori per Unicredit e Banco Bpm si "concentrino sull'M&A, sul quale restano incertezze sui tempi e sui prezzi delle offerte".
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