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Cinque grandi imprese chimiche russe, possedute o fondate da cinque degli oligarchi russi più ricchi e sanzionati dall’occidente, hanno fornito circa il 75 per cento dei materiali necessari per produrre gli esplosivi con cui l’esercito russo h combattuto la guerra in Ucraina e massacrato civili in praticamente tutte le principali città dell’Ucraina.
Lo si ricava da una analisi condotta in parte da Proekt, il collettivo investigativo russo di Roman Badanin, in parte ora da Reuters, che ha potuto consultare i documenti di spedizione ferroviaria provenienti da due database commerciali, resi pubblici da Open Source Centre, una ong inglese che si occupa di studiare e denunciare l’evasione delle sanzioni, e che abbiamo potuto consultare, che contengono dati dettagliati sul carico e scarico di questi materiai esplosivi in circa 600mila spedizioni dal febbraio 2022 al settembre 2024, gli stabilimenti emittenti e le destinazioni e i destinatari.
Sono state in questo modo identificate cinque aziende chimiche che, almeno dal febbraio del 2022 – l’invasione su larga scala della Russia in Ucraina - sono diventate i principali fornitori di prodotti chimici ad alcuni dei più grandi stabilimenti russi di esplosivi, tutti sussidiari del gigante di stato Rostec, che produce tra le altre cose armi e meccanica. L’agenzia non esclude che ciò potesse avvenire anche prima, ma sicuramente è avvenuto nei tre ultimi anni. E non esclude che le forniture possano essere anche molto più estese, e questa solo una parte.
La Evraz, di cui Roman Abramovich è il più grande azionista col 28% delle quote, ha fornito 5mila tonnellate di toluene, uno degli ingredienti principali per l’esplosivo TNT, all’impianto petrolifero di Biysk, secondo i dati sui trasporti ferroviari.
Fatture commerciali indicano invece che Lukoil (di Vagit Alekperov), attraverso la raffineria di petrolio a Perm, ha fornito 6.500 tonnellate di toluene agli impianti di produzione di esplosivi di Biysk Oleum, Kazan e Perm Powder. Abramovich e Alekperov, contattati attraverso i legali e i portavoce, non hanno voluto rispondere. Evraz sostiene che i propri materiai chimici vengono «usati solo per prodotti civili», Lukoil risponde che l’azienda non produce esplosivo o altre parti correlate».
Lo stabilimento di azoto di Nevinnomyssk e Novomoskovsky Azot, membri di Eurochem (il cui fondatore è il miliardario russo Andrey Melnichenko), hanno fornito prodotti chimici allo stabilimento Sverdlov di Dzerzhinsk: l’impianto di azoto di Nevinnomyssk – mostrano le carte – ha inviato a Dzerzhinsk almeno 38mila tonnellate di acido acetico e Novomoskovsk Azot 5mila tonnellate di acido nitrico (Reuters fa notare che da 5mila tonnellate di acido nitrico si possono produrre 3mila tonnellate di esogene, più che sufficienti a riempire 500mila proiettili di artiglieria di grosso calibro). Melnichenko dice di non controllare più Eurochem, l’azienda ha risposto a Reuters che ci sono degli errori nei documenti e che comunque «EuroChem non fa parte del settore della difesa dell'economia russa e nessuno dei nostri prodotti è progettato per scopi militari».
Uralchem di Dmitry Mazepin ha spedito più di 27mila tonnellate di nitrato di ammonio allo stabilimento di Sverdlov, 6mila tonnellate di acido nitrico a Dzerzhinsk (provenienti dal suo impianto di fertilizzanti azotati a Berezniki), poi ha fornito prodotti chimici allo stabilimento di Sverdlov, alle fabbriche di polvere di Tambov e Kazan e alla fabbrica statale di Perm. Uralchem ha risposto a Reuters che i dati «non son corretti», ma non ha voluto fornire ulteriori spiegazioni. Gli impianti destinatari dei materiali non hanno voluto rispondere.
Infine, dalle carte di Open Source Centre emerge che la fonderia di rame di Sredneuralsk, parte della Ural Mining and Metallurgical Company fondata da Iskander Makhmudov, spediva petrolio alle fabbriche di polveri di Tambov, Perme e Kazan.
Benché i miliardari russi proprietari, o azionisti, o fondatori di queste imprese chimiche siano tutti ampiamente sanzionati ovunque in Occidente, il grosso della produzione di queste cinque imprese chimiche riguarda fertilizzanti per l’industria agricola, ragion per cui sono state spesso esentate, o solo particolarmente colpite da qualche sanzione (la policy generale dei paesi occidentali è non sanzionare che produce cibo).
Morale della favola: nel 2024, stando a fonti nella sicurezza nazionale ucraina, la Russia ha potuto produrre 2,4 milioni di grossi proiettili di artiglieria e ne ha importati tre milioni dalla Corea del Nord. I Paesi Nato si sono invece trovati dinanzi a una certa carenza di materie prime per incrementare la produzione a un livello soddisfacente per difendere l’Ucraina dall’aggressione russa.