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Lei assessora e lui sindaco, il caso a Terricciola: “Io costretta a dimettermi perché diventata mamma. Meloni che dice?”

7 mesi fa 10
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«Egregio presidente del Consiglio, Le scrivo questa lettera da donna, mamma, cittadina impegnata nel ruolo di Assessore. Le scrivo in seguito alla richiesta delle mie dimissioni a mezzo di interrogazione parlamentare presentata dall’onorevole Michelotti di Fratelli d’Italia. Mi si ritiene incompatibile nel ruolo di assessore che ricopro dal 2019, per avere una figlia, nata ad ottobre 2022, il cui padre è il Sindaco dello stesso Comune in cui ho l’incarico e con il quale alla data di nomina non avevo nessuna relazione».

Alla fine, Giulia Bandecchi si è dimessa. Ma non si è arresa. Da donna, madre, politica, professionista sveste i panni di assessora, quei panni oramai troppo stretti che, in un clima pre-elettorale avvelenato, fanno gridare allo scandalo nel piccolo borgo sulle colline dell’alta Valdera, in Toscana. Sarà consigliera comunale ancora per un mese, fino a scadenza del mandato. Ma ora si rivolge direttamente alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Le ha scritto una lettera che consegna anche a La Stampa.

Coniugi, affini, marito, moglie, compagni, conviventi? Tutto ruota attorno al rapporto tra il sindaco Mirko Bini, 41 anni, e l’assessora Giulia Bandecchi, 33 anni. L’opposizione insorge, si rivolge prima al prefetto e poi scrive un’interrogazione parlamentare: «Sono affini, chiediamo il rispetto della legalità», sostengono. I due hanno una figlia insieme, una relazione sentimentale che non hanno mai nascosto ma – dicono – «non abbiamo rapporti di coniugio, né siamo uniti civilmente, non c’è nessuna violazione. Nostra figlia è nata dopo la nomina da assessora».

“Un cognato può fare il ministro e io non posso fare l’assessora?”
«Ma possibile – domanda l’assessora Bandecchi alla premier Giorgia Meloni – che un cognato può fare il ministro e io non posso fare l’assessora?” Ingegnera edile, assessora all’Urbanistica e ai lavori pubblici del Comune di Terricciola, in provincia di Pisa, è finita nella bufera politica “per presunta incompatibilità”. «Ho deciso di fare un passo indietro perché non volevo creare problemi all’ente, tanto meno a fine mandato», racconta l’assessora Bandecchi. «E questo passo – aggiunge - l’ho fatto pur nella consapevolezza che non stavo infrangendo nessun regolamento comunale, tantomeno il Tuel 2». Una sigla che indica il Testo Unico degli Enti Locali nel quale l’opposizione (Centrodestra, Fratelli d’Italia) cerca le ragioni di incompatibilità. Fa appello anche all’articolo 49 dello statuto del piccolo Comune pisano che recita: «Non possono contemporaneamente far parte della giunta comunale ascendenti e discendenti, fratelli, coniugi, affini di primo grado, adottandi e adottati».

“Non ci ricandidiamo, torniamo al nostro lavoro a tempo pieno”
Gli assessori fino alle recenti dimissioni erano 4, due donne e due uomini: sono espressione di una lista civica di centrosinistra (Pd, 5Stelle, Sinistra Italiana e Socialisti). Giulia, in attesa di una risposta dalla presidente Meloni, da lunedì siederà tra i consiglieri comunali. Il sindaco ribadisce che “si tratta di strumentalizzazioni politiche a ridosso delle elezioni”. Amareggiato, sottolinea che «Terricciola città del vino merita di esser conosciuta per le sue bellezze e nel 2014 non per il sindaco che diventa babbo». «Nostra figlia è nata 17 mesi fa – fa notare -e un assessore a Terricciola guadagna 300 euro al mese, capite bene che si tratta di volontariato. Questo è un attacco personale».
Le sue ragioni le ha spiegate anche in un video su Facebook con in mano un orsacchiotto rosa. Ma a chi ha pensato che potesse essere una mossa per farsi pubblicità replica: «Non mi candido, sono ingegnere, ho un mio lavoro, torno a fare la mia professione a tempo pieno». Non si ricandida neanche l’assessora Bandecchi: «Questa è una decisione che avevo già preso prima di questo episodio, semplicemente perché voglio dare seguito al mio lavoro. Dopo 10 anni in cui mi sono messa a disposizione dei cittadini, prima da consigliere (2014), poi come assessore (2019), credo che sia anche giusto lasciare il testimone ad altri». Anche Giulia torna al suo lavoro, a tempo pieno, e riprende lo studio universitario per la doppia laurea. Dopo quella in Ingegneria Edile, da gennaio 2023 sta portando a termine la laurea magistrale in Ingegneria Civile. «Un impegno messo in pausa in seguito al Covid, prima e alla gravidanza, poi».

“Una brutta figura, ci affidiamo alla presidente Meloni”
«Manca solo un mese alla fine della legislatura e ora usare quella nascita per colpire politicamente un sindaco e un’assessora lo abbiamo trovato sbagliato. Si poteva dire e chiedere in altro modo e avremmo spiegato», aggiunge il sindaco Bini. Anche lui si affida alla presidente Meloni: «È madre e donna e si è sempre battuta per le donne. L’attacco a Giulia è strumentale. Si discuta, piuttosto, di capacità. E’ stata fatta davvero una brutta figura». E Giulia alla presidente del Consiglio le ha scritto anche nel nome delle figlie, si chiamano entrambe Ginevra. «Da madre, che ha una figlia che porta anche lo stesso nome della sua, da donna impegnata in politica da 10 anni , da donna che rappresenta un’istituzione locale chiedo: presidente Meloni non crede che una donna madre possa essere anche un buon assessore?».

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