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Maduro si insedia in Venezuela tra sanzioni e proteste

3 ore fa 1
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     Nicolas Maduro, il leader bolivariano dal pugno di ferro, proclamato vincitore delle elezioni di luglio senza aver pubblicato le prove del suo successo nonostante il pressing internazionale, si è insediato per il suo terzo mandato ,che lo vedrà ancora alla presidenza del Venezuela fino al 2031, con una cerimonia blindata, frontiere chiuse e missili schierati.

    L'opposizione, che rivendica la vittoria del suo candidato Edmundo Gonzalez Urrutia, ha definito l'investitura un "colpo di Stato". E ad accompagnare la giornata sono state anche le levate di scudi dell'occidente e di numerosi Paesi della regione, che oltre a disertare la cerimonia al palazzo del Congresso di Caracas, hanno fatto arrivare chiara la loro protesta con sanzioni, dichiarazioni politiche sull'illegittimità dell'atto, mentre Washington ha elevato la taglia per la cattura del capo di stato chavista a 25 milioni di dollari.

    Maduro ha giurato su una copia originale dell'attuale Costituzione, firmata da Hugo Chávez, fondatore della cosiddetta rivoluzione bolivariana. E pochi istanti dopo aver ricevuto la fascia presidenziale, nel suo primo intervento del nuovo mandato, il presidente è tornato a ripetere uno dei suoi mantra più ricorrenti, affermando che "il Venezuela non si colonizza né si domina, né con la diplomazia del bastone né con quella della carota. Faremo rispettare la Costituzione una e mille volte, come l'abbiamo fatta rispettare in questi anni".

    Ma il presidente ha anche indicato la sua ricetta per il futuro del Paese, promettendo "cambiamenti radicali" con l'approvazione del "Piano delle sette trasformazioni". In un discorso infuocato dedicato principalmente difendere il suo potere, Maduro ha fornito alcuni dettagli, indicando la costruzione di "un nuovo modello economico nazionale, produttivo, diversificato e autosufficiente", "città umane", il consolidamento di meccanismi che garantiscano la sicurezza, la difesa e la pace", oltre allo sviluppo di un'economia verde" e l'emergere del nuovo mondo multipolare e multicentrico" con il Venezuela "in prima linea nella nuova geopolitica di pace e trasformazione del mondo, insieme ai Paesi del Brics".

    Nelle stesse ore gli Usa hanno imposto nuove sanzioni contro otto alti funzionari venezuelani "alla guida delle principali agenzie economiche e di sicurezza che consentono la repressione e il sovvertimento della democrazia in Venezuela da parte del presidente Nicolas Maduro". Tra questi ci sono figure di alto livello dell'esercito e della polizia, nonché i presidenti della compagnia petrolifera e della compagnia aerea statali. La stessa strada è stata seguita dal Regno Unito che si è mosso contro 15 persone associate al "regime illegittimo" di Maduro, avvisando che il Regno Unito "non resterà a guardare" mentre in Venezuela si "continua a opprimere e minare la democrazia, e a commettere spaventose violazioni dei diritti umani".

    La condanna è arrivata anche dall'Unione europea, con una dichiarazione dell'alto rappresentante Ue Kaja Kallas a nome dei 27. "Nicolás Maduro non ha la legittimità di un presidente democraticamente eletto. L'Ue - nota Kallas - sostiene il popolo venezuelano nella sua difesa della democrazia".

    Netta anche la posizione dell'Italia, che con Giorgia Meloni ha affermato: "Intendiamo continuare a lavorare per una transizione democratica e pacifica. Le legittime aspirazioni di libertà e democrazia del popolo venezuelano devono finalmente trovare realizzazione", mentre dalle Nazioni Unite è arrivata una nuova richiesta di liberare tutti i prigionieri politici. 
   

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