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Nonostante fosse a sua volta ferita, ha camminato per chilometri lungo un sentiero in montagna, completamente sola. Senza una scarpa e con una mano rotta. Ma alla fine è riuscita a salvare suo padre, Marco Menichetti, 56 anni, ex assessore a San Donato, che era precipitato in un dirupo. Una piccola eroina di appena 16 anni.
L'incidente
Una storia avvenuta sulle montagne in provincia di Vercelli.
Menichetti, esponente di Europa Verde che, nel 2017, si è anche candidato a sindaco di San Donato, stava percorrendo il tragitto tra l'Alpe Massero e il paese di Carcoforo insieme alla figlia. I due avevano perso il sentiero a causa della neve. L'ex assessore è scivolato in un dirupo per un centinaio di metri. Quando la ragazzina ha visto il genitore precipitare lungo un versante impervio per un centinaio di metri dopo aver perso il sentiero tra Carcoforo e il rifugio Alpe Massero, ha cercato in un primo momento di raggiungerlo. L’incidente è avvenuto nel tardo pomeriggio di sabato scorso. Il padre e la figlia adolescente, entrambi milanesi, sono caduti lungo un versante impervio. Dalla prima ricostruzione dei fatti, l'uomo era caduto per un centinaio di metri procurandosi un politrauma, mentre la ragazzina era caduta a sua volta nel tentativo di raggiungerlo.
La chiamata d'emergenza della figlia
Nella zona il cellulare non prendeva per cui la 16enne è stata costretta a camminare per circa un'ora in condizioni psicofisiche precarie prima di riuscire a lanciare la chiamata di emergenza. Al telefono era molto scossa, ma ha cercato subito di indirizzare i soccorsi nel punto in cui era precipitato il padre. «Aiutatemi, mio padre è precipitato in un dirupo ed è ferito. Io sto cercando di scendere per chiedere aiuto». Arrivava da 1.800 metri di quota. Mentre parlava al telefono la ragazzina è arrivata a Carcoforo dove è stata è stata in grado di fornire le coordinate esatte del luogo dell'incidente che aveva registrato con prontezza con il suo telefonino. Un dettaglio molto importante: in questo modo infatti i tecnici del Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese con un sanitario in squadra e il Soccorso Alpino della Guardia di Finanza hanno potuto raggiungere subito il punto esatto dove si trovava il padre, senza perdere ulteriore tempo per le ricerche. E per fortuna perché l’uomo era in gravi condizioni, già in ipotermia.
L'arrivo dei soccorsi
I soccorritori piemontesi sono intervenuti via terra, assicurando a una barella il ferito e illuminando la zona, facilitando così le operazioni dei tecnici del Sav arrivati a bordo dell’elicottero in assetto notturno. Poiché la base di Elisoccorso di Torino era chiusa a causa di condizioni meteo negative, è stato infatti richiesto l'intervento dell'elisoccorso valdostano in assetto notturno che ha recuperato l'infortunato al verricello e lo ha condotto in ospedale con un codice giallo. Alle 19 i soccorritori sono intervenuti per recuperare l'alpinista e l'operazione si è conclusa alle 20.20 circa. L'uomo ha riportato una frattura a una gamba, a un braccio, una sospetta frattura al bacino e vari traumi al capo oltre a uno stato avanzato di ipotermia. Anche la figlia è stata ricoverata in ospedale con svariate escoriazioni e una sospetta frattura a una mano.
I ringraziamenti
Se non fosse stato per il coraggio e la prontezza della figlia, probabilmente il papà non sarebbe riuscito a cavarsela. E anche lui se n’è reso conto e dal suo letto d’ospedale non fa che ringraziarla. «Se sono vivo, lo devo a mia figlia. È stata davvero eroica. Quando sono scivolato nel burrone, si è lanciata a sua volta nel dirupo, per raggiungermi. Ha cercato di coprirmi, per proteggermi dal freddo, e prestarmi i primi soccorsi. Poi è corsa giù a valle, da sola, per chiedere aiuto. Senza di lei non sarei qui a raccontarlo». Oltre al trauma, Menichetti stava combattendo contro il freddo. A giocare un ruolo fondamentale è stata proprio la ragazzina, che ha registrato sul suo cellulare le coordinate esatte del luogo dell’incidente. «Un dettaglio non da poco - commentano dal Soccorso Alpino del Piemonte - perché avere il punto esatto in cui dirigersi per i soccorsi riduce di molto i tempi. E in questo casi è fondamentale. Qualsiasi cellulare, anche se ci troviamo in un punto in cui il telefono non prende, può comunque registrare la posizione con le coordinate esatte del luogo. E dare questa informazione ai soccorritori potrebbe rivelarsi fondamentale. Per questo speriamo che le persone siano informate su questa possibilità».