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Margaret Spada, morta a Roma dopo un intervento al naso. Il padre: «Piango mia figlia, basta chirurgia sui social»

7 ore fa 1
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Il dolore e lo sgomento, l'indignazione e la rabbia: sentimenti che si danno il cambio nell'animo ferito di un uomo e di un padre che ha perso all'improvviso una figlia di soli 22 anni a seguito di un intervento al naso.

Signor Giuseppe Spada, sono passati quasi tre mesi dalla morte di sua figlia. Proprio oggi a Catania si festeggia la Santa patrona, Sant'Agata. Per voi questo è un giorno particolare, legato a tanti ricordi. Agata è infatti l'altro nome di Margaret. Come vivete questi momenti?
«Il cinque febbraio a casa nostra è sempre stata una giornata di festa per l'onomastico di nostra figlia, un momento tutto nostro che andava sempre festeggiato. Da quel 7 novembre per noi è cambiato tutto. Siamo devastati. Un dolore con cui facciamo i conti tutti i giorni da quando nostra figlia non c'è più. Mi torna spesso in mente l'ultima volta che abbiamo salutato Margaret poco prima della partenza per Roma. Era felice. Stava per realizzare un suo grande desiderio: porre rimedio a quello che lei aveva sempre considerato un difetto. Era radiosa. E felice era anche al telefono da Roma, poco prima di entrare in quello studio medico. Qualche ora dopo la tragedia».

Sua figlia aveva trovato lo studio dei Procopio, indagati ora per omicidio colposo, su Tik-Tok. Cosa sapevate di questo appuntamento?
«Dopo la morte di mia figlia si è spesso parlato della scelta dello studio medico fatta guardando un video su Tik-Tok. Come se fosse una leggerezza. Eppure tutti noi, quando facciamo una ricerca in rete, spesso veniamo rimandati a un contenuto pubblicato sui social. Margaret ha potuto guardare quelle immagini che evidentemente l'hanno rassicurata. In perfetta buona fede. E lo stesso ha fatto lei con noi, spiegandoci quello che aveva visto e che successivamente, dallo studio medico, le era stato detto sulle modalità di quell'intervento».

Con sua moglie, la madre di Margaret, eravate d'accordo che si sottoponesse a questo intervento?
«Margaret era una bellissima ragazza. Sognava di sistemare la punta del suo naso. A quell'età una piccola imperfezione può creare insicurezze. Sapere che poteva realizzare quel sogno senza doversi sottoporre a un intervento invasivo l'aveva rassicurata. E da qui la ricerca. Ci pensava da tempo e non a cuor leggero. Se eravamo d'accordo? Per noi nostra figlia era bellissima. L'intervento avrebbe aggiunto poco al suo bel viso. Ma lei viveva con insofferenza quello che definiva un difetto. Sognava da tempo di poter fare qualcosa e quando ha cominciato a lavorare ha iniziato a mettere da parte dei soldi da destinare a quell'intervento. Solo dopo aver raccolto gli elementi necessari si è decisa a farlo. Certo, quindi, che eravamo stati informati. Ci aveva rassicurati, spiegandoci tutto quello che aveva saputo, anche dallo studio medico che aveva contattato».

Che messaggio si sente di dare a professionisti che praticano la medicina estetica?
«Stiamo parlando, per quello che ho potuto comprendere in queste settimane, di un settore della medicina destinato ad aumenti di fatturato vertiginosi nel prossimo decennio. In tanti cosiddetti professionisti tenteranno di fare grossi guadagni a discapito della sicurezza dei pazienti, mettendo a serio rischio la vita di tante persone. Quindi un appello mi sento di rivolgerlo: affidatevi a professionisti seri, che non risparmiano sulla pelle dei propri pazienti».

Anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricordato le insidie dei social. Lei da padre cosa sente di dire a tante altre giovani donne che usano moltissimo questi strumenti?
«Personalmente, seppur in un momento di estremo dolore, ho apprezzato il messaggio del Capo dello Stato rivolto soprattutto ai più giovani, che come un padre educa i propri figli allo stesso modo il Presidente Mattarella ha voluto mettere in guardia dai pericoli e dalle insidie sottese all'utilizzo dei social nelle scelte mediche di ciascuno. Colpa, anche, di una pubblicità sanitaria "selvaggia" sui social, che va senza ritardo regolamentata, con il coinvolgimento di tutti i soggetti preposti, con una Legge che, dopo la morte di Margaret, sia utile a impedire altre tragedie».

Amici e colleghi hanno ricordato sua figlia come una ragazza determinata. Per voi, che siete i suoi genitori, che figlia e che donna era? E cosa vorreste fosse ricordato di più di lei?
«La bontà e la generosità. Era sempre pronta a dare un sostegno a chi ne avesse bisogno. E poi è sempre stata una ragazza positiva, gioiosa. Amante della vita. Da quando aveva cominciato a lavorare si era fatta apprezzare e voler bene anche dai colleghi. Era determinata. Aveva sani principi e un futuro che progettava già insieme al suo Salvo: il matrimonio, dei figli, una famiglia. Ma tutto questo non ci sarà per la mia bimba. Oggi è un angelo, il nostro».

Laddove fosse accertata una responsabilità diretta da parte dei due medici indagati e laddove gli stessi dovessero chiedere scusa, in voi ci potrà essere spazio per il perdono?
«In questo momento, quando penso a queste persone, la mia mente, il mio cuore sono rivolti solo a mia figlia. La immagino in quello studio, con queste persone alle quali di era affidata. Completamente. Li considerava capaci di svolgere quell'intervento con la facilità e l'assenza di effetti collaterali, così come dicevano descrivendo il lavoro che avrebbero fatto. Immagino la paura della mia bambina, i suoi ultimi istanti di vita. Perdonare? In questo momento c'è tanto dolore tanta rabbia».

Margaret era una donna sana e con un futuro. Tuttavia l'autopsia ha ravvisato degli elementi che potrebbero lasciar pensare a una malformazione cardiaca, del tutto sconosciuta, ma che avrebbe potuto incidere sull'intervento?
«Mia figlia è sempre stata una ragazza sana e non ha mai avuto problemi. Ci siamo affidati, con fiducia, nel lavoro che sta svolgendo la Magistratura e attendiamo gli esiti delle attività di indagine».

Qual è il ricordo che conserverà per sempre di sua figlia fra i tanti che hanno arricchito la sua vita di uomo e di padre?
«I ricordi impressi nella mia mente e nel mio cuore sono tanti, tantissimi. Un giorno mi confido' di essersi innamorata di Salvo. Mi scrisse una letterina e la mise nel taschino della mia giacca. Quando la lessi, malgrado la sua tenera età, mi emozionai perché apprezzai la sua sincerità. Poi, la tanto attesa patente di guida, una grandissima soddisfazione per lei. Ma prima ancora, lei da piccola, la mia bimba, per arrivare al suo diciottesimo, alla sua grande festa, come lei la desiderava. Ancora oggi ricordo l'emozione che ho provato scendendo le lunghe scale di quella villa. La tenevo per mano, lei con indosso una abito lungo da principessa, felice e bellissima. E già immaginavo la stessa scena, quando l'avrei accompagnata, il giorno del suo matrimonio, all'altare. Un sogno spezzato, che non potremo più realizzare».

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