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Mattarella: 'Far cessare ovunque il fuoco delle armi'

7 mesi fa 5
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La nostra Costituzione ci chiede, e questo resta il ruolo dell'Italia, di "costruire ponti di dialogo, di collaborazione con le altre nazioni, nel rispetto di ciascun popolo" perché "la guerra non sa arrestarsi sulla soglia della barbarie". I venti di guerra spirano sempre più potenti nel mondo e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella non nasconde la propria preoccupazione per una evidente escalation di tensioni che oggi terremota le relazioni internazionali dall'invasione russa dell'Ucraina al disastro umanitario in atto nella striscia di Gaza. Tensioni che proprio il presidente francese, Emmanuel Macron, ha drammaticamente messo in evidenza spiegando che la Francia deve prepararsi ad una guerra sul campo. Posizione isolatissima nell'Unione europea, tanto che anche il Quirinale si rifà alla presa di posizione di ieri del ministro degli Esteri Antonio Tajani e alla garanzia che non ci sarà alcun invio di truppe italiane a Kiev. Ma i toni di Sergio Mattarella segnalano note di angoscia, certamente una crescita di timori e le sue parole sulla barbarie portano il pensiero alla strage in corso a Gaza.

Il capo dello Stato ritiene fondamentale l'impegno europeo per difendere l'Ucraina e certamente non ha cambiato idea. Ma oggi in una visita a Cassino - dove si ricordava l'anniversario della distruzione della città - il presidente ha incrociato la storia del passato con quella del presente. Sì perché Cassino fu rasa al suolo dagli alleati che sganciarono sulla cittadina oltre 1.250 tonnellate di bombe distruggendo anche la famosa abazia dove si era concentrata la resistenza dei nazisti. Una scelta ritenuta dagli anglo-americani indispensabile per sfondare la linea Gustav e prendere Roma da sud. Da sempre Cassino è frutto di riflessioni forti sulla barbarie della guerra, sui suoi limiti e sulla sua necessità. 

Video Mattarella: 'Ue si assuma una responsabilità per la pace'

"Mentre un sentimento di pietà si leva verso i morti, verso le vittime civili, non può che sorgere, al contempo, un moto di ripulsa - ha spiegato Mattarella parlando proprio nel centro di Cassino - da parte di tutte le coscienze per la distruzione di un territorio e delle sue risorse, per l'annientamento delle famiglie che lo abitavano, nel perseguimento della cieca logica della guerra, quella della riduzione al nulla del nemico, senza nessun rispetto per le vittime innocenti. Lutti e sofferenze, pagate in larga misura dalla incolpevole popolazione civile". Da qui l'appello del presidente ad "interrompere il ciclo drammatico di violenza", a "non dimenticare mai le conseguenze dell'odio, del cinismo, della volontà di potenza che si manifesta nel mondo".

Il "messaggio forte" che viene da "Cassino, città martire, città della pace" è proprio quello di "far memoria di una tragedia" e quindi a farne "un richiamo a far cessare, ovunque, il fuoco delle armi, a riaprire una speranza di pace, di ripristino del diritto violato, della dignità riconosciuta a ogni comunità". Come reagire quindi? Uniti. Per Mattarella resta fondamentale il ruolo dell'Europa e del percorso "straordinario" che ha fatto l'Italia al suo interno: è necessaria "un'accresciuta consapevolezza degli orrori delle guerre e di come l'Europa debba assumersi un ruolo permanente nella costruzione di una pace fondata sulla dignità e sulla libertà". Ma soprattutto, come recita la Costituzione, raddoppiare gli sforzi per il dialogo e rimanere "un ponte di dialogo".

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