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Matteo Lepore, sindaco-vampiro di Bologna: nuova maxi-tassa, ecco chi colpisce

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Leonardo Iannacci 13 febbraio 2025

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A Bologna, città progressista a parole ma non certo con i fatti, la terra sta girando attorno al sole. Nel senso che il Comune pidiessino che un tempo si vantava di aprire sempre le braccia a chi ha meno possibilità economiche quasi sentendosi Robin Hood nella foresta di Sherwood, ha deciso di aumentare il prezzo dei biglietti degli autobus. E sin qui, fossero 5-10 centesimi in più, pazienza.

Invece, con il benestare di Matteo Lepore, sindaco votato ma non amato dal 65% dei bolognesi e contestato persino da una frangia della sinistra amica, chi utilizza i mezzi per andare a lavorare o a scuola, dovrà pagare l’astronomica cifra di 2.30 euro a biglietto. Sino a ieri una corsa costava 1.50 euro, 80 centesimi in meno: chi prende due volte al giorno un bus per andare e ritornare da scuola o dall’ufficio, dovrà spendere ora 25 euro a settimana e un centinaio abbondante al mese. Il biglietto giornaliero passa da 6 a 9 (+50%) e il City Pass da 14 a 19 (+35,7%). Una gioia per chi ha una pensione minima o per gli studenti.

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Ma a Bologna è ormai una regola: negli ultimi quindici anni, il prezzo dei ticket è aumentato del 130% circa rispetto a una media nazionale che, nello stesso intervallo di tempo, ha visto aumentare i prezzi al consumo solo del 30%. La stessa Cgil ha lanciato un allarme: «Bologna sta per diventare la città più cara d’Italia» ha sostenuto il segretario Michele Bulgarelli. E Fratelli d’Italia e i leghisti sono sul piede di guerra.

Non bastasse, è arrivato anche il salasso per parcheggiare l’auto all’interno delle strisce blu: dall’1 marzo il costo passa da 1,20 euro l’ora a 1,80 (+33%) nei tratti fuori città, da 1,50 a 2,20 euro (+46%) in semiperiferia, da 1,80 a 2,90 in centro e da 2,40 a 3,90 euro nella Cerchia dei Mille (+62%).

Inoltre, ai possessori di auto ibride sarà vietato l’ingresso gratuito in centro come accade oggi pur avendo gli stessi acquistato un mezzo per entrare nelle Ztl e parcheggiare senza sborsare soldi. L’obiettivo di Lepore e della sua giunta finto-progressista non è solo quello di incentivare l’uso dei mezzi pubblici, peraltro ora costosissimi, ma di impedire l’utilizzo dell’auto, portare allo sfinimento e svuotare le tasche ai bolognesi. E il barbuto primo cittadino come si è difeso dagli attacchi che la destra e molti della sua stessa frangia politica gli stanno portando? Ha bofonchiato: «Invitiamo i cittadini a continuare a prendere i bus ma sottoscrivendo un abbonamento che sarà meno costoso». Sapete di quanto? Di 290 euro invece che di 300! Il risparmio sarà di 10 euro. «I costi dei trasporti sono sostenibili solo con un aumento dei biglietti», dice Lepore.

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Cosa si inventerà domani l’ineffabile sindaco dopo questa ultima trovata? E dire che ne ha combinate come Bertoldo durante il mandato che scadrà nel 2026: ha ordinato la fallimentare Città 30 (limite ridicolo per ‘non’ girare in città); la costruzione di un tram su rotaie che ha devastato di cantieri Bologna togliendo centinaia di posti auto e facendo chiudere negozi ed esercizi pubblici per la disperazione; la riapertura di un canale in pieno centro che diventerà presto una discarica a cielo aperto, centri sociali padroni delle periferie; non ha risolto il problema sicurezza che sta diventando drammatico; i portici sono invasi da bici e monopattini che non rispettano minimamente il codice della strada e, dulcis in fundo, ha gestito da dilettante l’alluvione che ha colpito la città prima di Natale. Come dicono da queste parti? Socmel.

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