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Fabrizio Cicchitto 05 ottobre 2024
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Caro direttore, diversamente da Cacciari, maestro infallibile che ha sempre ragione anche se dice l’opposto nello spazio di pochi mesi (adesso per lui Israele e gli Usa stanno sbagliando tutto nel reagire agli attacchi di Hamas, di Hezbollah e dell’Iran). Noi facciamo un discorso terra terra basato solo sui fatti. È incontestabile che fra la Russia e l’Ucraina lo Stato aggressore è il primo. Dopo l’aggressione di terra, in parte bloccata dalla Resistenza Ucraina, da allora la Russia sta bombardando dal suo territorio in modo sistematico l’Ucraina con obiettivi civili quali scuole e ospedali e infrastrutture di ogni tipo. In questo modo la Russia punta sul fatto che, al sopravvenire dell’inverno, l’Ucraina sia ridotta al buio e al gelo.
Già su questo punto emerge una prima stranezza: secondo le organizzazioni studentesche che impediscono di parlare all’Università a chi non è d’accordo con loro, esistono bombardamenti cattivi (israeliani) da contestare sulle piazze, e bombardamenti buoni (russi) rispetto ai quali non c’è stata alcuna manifestazione: un silenzio assoluto così come quello sulle migliaia di bambini ucraini rapiti e portati in Russia. Ad aprire l’offensiva a Gaza è stata Hamas, con la strage del 7 Ottobre.
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Prima di quella strage non ci risulta che Israele avesse fatto alcun atto di ostilità. Ritorniamo al 7 Ottobre perché si è trattato di qualcosa di decisivo sul piano geopolitico, e di assolutamente straordinario nel suo orrore: i terroristi di Hamas non hanno fatto una operazione di guerriglia contro le parti dell’esercito israeliano, ma una strage di civili accompagnati dallo stupro esibito di centinaia di donne. Ebbene rispetto a tutto ciò che avrebbe dovuto fare Israele ? Forse porgere l’altra guancia? Noi non siamo teneri con Netanyahu, che per circa 2 anni ha creduto alla dissimulazione di Hamas che ha fatto credere che il suo terrorismo era solo propaganda. Netanyahu ha abboccato.
Una volta avvenuta la strage non solo Netanyahu, ma qualunque governo israeliano avrebbe dovuto reagire militarmente in modo molto duro. Una strage di più di mille persone incide sulla credibilità dello stato che la subisce. Per Israele dopo il 7 Ottobre era decisivo riacquisire la forza della sua deterrenza, senza la quale sarebbe esposta ad attacchi quotidiani da parte di tutte le organizzazioni terroristiche messe in campo e finanziate dall’Iran perché è venuta meno la credibilità della sua forza militare, politica e spionistica. Per riacquisire questa credibilità Israele non aveva e non ha altra alternativa che quella di dimostrare sul campo che chi la colpisce riceve colpi ancora più forti.
Si afferma che la risposta israeliana è stata eccessiva, circa 40mila palestinesi uccisi. A parte il fatto che le cifre sono di fonte Hamas, che non distinguono tra civili e terroristi, c’è un altro aspetto della situazione che molti, a partire da Guterres, rimuovono o fanno finta di non conoscere. Hamas usa due scudi umani, i palestinesi in modo del tutto spregiudicato, per provocare il massimo numero di vittime civili. L’altro scudo è costituito dagli israeliani rapiti che sono utilizzati per accentuare le contraddizioni interne al popolo palestinese. Si dimentica ciò che è alle spalle di tutto questo: Hamas a Gaza, gli Hezbollah nel Libano, gli autocratici religiosi egiziani in Iran, opprimono tutte quelle popolazioni e anche recentemente in Iran c’è stata una repressione selvaggia.
Di tutto ciò coloro che condannano le perversioni e le diseguaglianze dell’Occidente non tengono assolutamente conto. C’è un altro aspetto della situazione su cui in molti preferiscono sorvolare: l’altro ieri nel dibattito in Parlamento tutti hanno fatto a gara a partire dall’autorità di governo, per esprimere la loro volontà pacifista. Abbiamo constatato però che viene trascurato un dato di fondo, assai negativo, che rende questi auspici astratti e velleitari. A parte la Cina che sta sviluppando una linea fondata su uno scientifico imperialismo economico (in attesa di poter rimettere le mani su Taiwan senza pagare eccessivi prezzi militari, mediatici e politici) c’è un attacco a due punte contro l’Occidente costituito dalla Russia, dall’Iran con il concorso delle forze terroristiche da loro finanziate e armate.
Non si può far finta che nel profondo ideologico della Russia di Putin e dell’Iran degli autocrati questa volontà aggressiva è coltivata e sviluppata nella convinzione che tanto l’Occidente non è più in grado di combattere. E comunque di reggere uno scontro di lunga durata (vedi l’esempio della Ucraina). Allora può piacere o non piacere, alle armi, al terrorismo, alimentato da Stati assai potenti, osi risponde anche con le armi, osi viene prima beffati e poi travolti. Per questo non riusciamo a capire alcune cose: il vincolo alla Ucraina di non poter usare armi nei confronti di una Russia che la sta distruggendo sparando dal suo territorio, e la frase di Biden secondo il quale Israele non dovrebbe colpire i siti nucleari in Iran (ma cosa succederà qualora l’Iran potrà disporre pienamente di armi nucleari?). In una situazione di questo tipo il pacifismo a senso unico non porta alla pace, ma ad altre conquiste militari degli aggressori.