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Meloni a Washington per il vertice Nato: «Immagini dei bimbi di Kiev spaventose, Mosca non vuole la pace»

6 mesi fa 6
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Washington - Condanna le "immagini spaventose" delle bombe russe sull'ospedale pediatrico di Kiev, "che smentiscono "la propaganda russa sulla soluzione pacifica del conflitto". Rompe il silenzio sulle elezioni francesi: "Nessuno schieramento può cantare vittoria, semplicistico parlare di sconfitta del Rassemblement National". E guarda alle trattative per i top Jobs in Ue entrate nell'ultimo miglio: "L'Italia è il Paese più stabile". Giorgia Meloni é un fiume in piena dalla hall dell'hotel St Regis, appena arrivata a Washington DC. Si avvicina ai cronisti prima di cena, la segue dietro trotterellando la piccola Ginevra e l'inseparabile Patrizia Scurti. Parte dalla cronaca battente, il massacro di civili ucraini ordinato da Putin che suona tanto come macabro messaggio benaugurale del summit Nato riunito all'ombra della Casa Bianca. "Le immagine dei bambini oncologici per strada sono spaventose", commenta Meloni con il pensiero che va alle macerie dell'ospedale pediatrico, le madri in cerca dei corpi dei bambini.  che non tutti si stracciano le vesti per l'ennesimo atto di terrore russo. E l'Europa post voto sorride un po' di più allo zar: proprio ieri, incalzano Meloni i cronisti, é nato a Bruxelles il maxi gruppo dei "patrioti" tra i brindisi di Salvini, Le Pen, Abascal. Gruppo euroscettico e, per buona parte, filorusso. Meloni frena: "L'immagine di un gruppo filoputiniano mi sembra più una ricostruzione da osservatori". Non nega - ai suoi collaboratori ha dato proprio questa lettura ed é per questo che ha più volte rigettato l'invito a unirsi al rassemblement sovranista - ma neanche infierisce. Qui a Washington, la testa e lo sguardo sono già rivolti a Bruxelles, nell'ultima settimana per decidere che ruolo avrà l'Italia nella prossima Commissione e nell'Europarlamento. Dentro o fuori la plancia di comando? La premier parte dalle elezioni francesi. Che ne pensa della doccia fredda di Le Pen, sua ex alleata? "Se guardiamo alla Francia non può cantare vittoria nessuno - comincia l'analisi - ci sono tre schieramenti e nessuno si è affermato e può governare da solo, al loro interno ci sono peraltro differenze molto evidenti". L'onda nera si é infranta sulle mura di Palazzo Matignon? Meloni non la vede così. "Per paradosso il Rassemblement National guadagna più seggi". Pausa. "Io dico solo che è più facile governare quando si sta insieme perché si condividono le idee".

Sull'uscio dell'hotel, Meloni non perde occasione di dare la sua lettura sulle trattative europee che proseguiranno sotto traccia anche qui, al summit Nato, dove oggi incontrerà tutti i grandi in Ue, da Ursula von der Leyen a Macron e Scholz. Parte dalla Francia, di nuovo, e la mette così. "Eravamo abituati a un tempo nel quale l'Italia era una nazione instabile in un'Europa con governi molto solidi. Oggi la situazione é molto diversa. L'Italia ha un governo molto solido in un'Ue in cui ci sono governi molto meno stabili dei nostri. Questo ci deve rendere orgogliosi". Un sorriso solca il volto della timoniera di Palazzo Chigi. Pensa a Macron, anzitutto, quando parla di governi ballerini in Ue. Rende pubblica un'analisi che da due giorni rimbalza a Palazzo Chigi. L'inquilino dell'Eliseo ha poco da esultare dopo le urne di domenica. Chissà che non abbassi le pretese e i toni nei negoziati per decidere i vertici dell'UE che vedono Francia e Italia ai due lati opposti del tavolo. Un'altra volta.

Non una parola, e si capisce, sul padrone di casa, quel Joe Biden che non vuole mollare la corsa per la Casa Bianca anche se a mollarlo sono già in tanti fra i suoi stessi Democratici. Meloni si limita a parlare del summit Nato. Anticipa una richiesta clou italiana al tavolo negoziale: l'attenzione al "fianco Sud", cioè al Mediterraneo e all'Africa che ribolle, perché dice lei la Nato "deve sapersi muovere in un contesto geopolitico sempre più complesso".

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