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Sull’operazione Mps-Mediobanca è intervenuta ieri, in prima persona, Giorgia Meloni. La premier da Gedda, con la Amerigo Vespucci alle sue spalle, risponde alle domande dei giornalisti sull’offerta del Montepaschi su Piazzetta Cuccia affermando che l’operazione potrà avere «un ruolo importante per la messa in sicurezza dei risparmi degli italiani».
Per Meloni si tratta innanzitutto di una «operazione di mercato», e come tale viene osservata da Palazzo Chigi. La premier parla poche ore dopo essere atterrata in Arabia Saudita, prima di salire su quella che un comandante americano che la incontrò nel Mediterraneo definì «la nave più bella del mondo». Una cornice che per quanto involontaria finisce per assumere un significato simbolico, almeno agli occhi degli spin doctor meloniani: l’Italia che può tornare forte e competitiva su tutti gli scenari. Anche nelle acque della competizione finanziaria internazionale.
LA SODDISFAZIONE
Primo punto di soddisfazione per la leader italiana è constatare che l’operazione è portata avanti dal Monte dei Paschi. Un aspetto di cui «dobbiamo essere orgogliosi», sottolinea fermandosi a rispondere alle domande dei cronisti sulla banchina del porto di Gedda, sotto gli occhi dell’enorme dispiegamento di security saudita. Perché Mps, «la banca più antica del mondo», è stata «vista per anni dai cittadini e dalla politica soltanto come un problema da risolvere», ricorda Meloni, tanto che in passato si erano rese necessarie operazioni pubbliche per metterla a riparo dal dissesto. Oggi invece «è una banca perfettamente risanata, che anzi avvia operazioni ambiziose». Un aspetto che «deve renderci tutti orgogliosi per il lavoro che abbiamo svolto», ribadisce.
Per poi aggiungere un altro tassello, con cui di fatto dà il suo placet alla Ops su Mediobanca: la nascita di un terzo polo bancario, è la lettura della leader di FdI, farebbe bene al sistema Paese, perché «potrà avere un ruolo importante per la messa in sicurezza dei risparmi degli italiani».
Ecco perché il governo guarda con favore all’iniziativa. Ed ecco perché anche Salvini, dopo l’apertura del ministro dell’Economia Giorgetti, insiste: «Sono orgoglioso che la Lega abbia salvato la banca più antica del mondo, che la sinistra voleva spezzettare e regalare. Se adesso è addirittura nelle condizioni di poter crescere e dar vita al terzo polo bancario per l'economia italiana potrebbe essere una buona notizia», sottolinea. «Da una banca che il Pd aveva reso sostanzialmente moribonda a una banca che ora lancia offerte su altre banche: sono orgoglioso di aver salvato Mps».
Anche Tajani, come la premier, parla di un’operazione di mercato: «Noi siamo per il libero mercato, è il mercato che, nel rispetto delle regole, fa le sue scelte», dice il segretario azzurro, che insiste sulla necessità di «completare nei prossimi mesi la privatizzazione» dell’istituto senese. Da Forza Italia interviene anche Maurizio Gasparri, sottolineando che «l'Italia ha bisogno di soggetti più grandi e più forti che nascano da logiche di mercato», e non da «manovre vergognose come quelle che faceva la sinistra al tempo della Bnl di “abbiamo una banca”». Consapevoli, aggiunge il capogruppo azzurro in Senato, che «gruppi più grandi faranno bene all'Italia, all'economia e al risparmio stesso».
Da via della Scrofa arriva anche il commento del responsabile Economia di FdI, Marco Osnato: «Non vedo né la necessità di far entrare lo Stato nelle banche, salvo in caso dissesti – spiega – né quello di farlo uscire a priori: oggi non conviene».
LE OPPOSIZIONI
Anche i partiti di quello che, per una breve stagione, fu il terzo polo politico si esprimono a favore dell'operazione: «Ci sono le regole europee e le regole di mercato e queste devono valere per tutti, anche Monte dei Paschi, Mediobanca e Generali – dice la deputata di Azione, Daniela Ruffino - tutelare il risparmio degli italiani è un dovere per il governo e un diritto per i risparmiatori». «Il Monte è tornato a fare il Monte – le fa eco il vicepresidente Iv del consiglio regionale toscano, Stefano Scaramelli - questo è un auspicio, visto il suo recente passato e la sua gloriosa storia». Sull'operazione sono arrivati anche i pareri contrari di Emiliano Fenu (M5S) e Bendetto Della Vedova (Più Europa).
IL MERCATO
A commentare l’operazione non è però solo la politica. Anche Antonio Patuelli, presidente dell’Abi, elogia il ruolo della concorrenza pur ribadendo la sua terzietà: «C'è una grande spinta al rafforzamento delle banche che sono tutte in competizione fra di loro: il mondo bancario non è più una foresta pietrificata. E poi viva il mercato». «Nel mercato europeo – sottolinea - devono valere le regole europee e le regole di mercato: siamo in un sistema di mercato competitivo e garantito dalle istituzioni», il che significa che «è il mercato che decide e alle istituzioni di controllo spetta il compito di vigilare». In ogni caso, aggiunge ancora Patuelli, «io faccio il presidente dell'associazione bancaria, quindi non mi devo e non mi posso esprimere sulle singole operazioni».