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Meloni riparte da Palm Beach dopo l’incontro con Trump: “Ha preso d'assalto l'Europa”. La premier ha spinto sulla liberazione di Cecilia Sala

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Giorgia Meloni, giacca scura e camicetta bianca, arriva a Mar-a-Lago alle 19.29 della Florida quando in Italia è notte. È la serata in cui in una delle sale del resort di West Palm Beach di Donald Trump ci sono invitati e qualche reporter alla prima visione di “The Eastman Dilemma”, un documentario che narra la storia del legale del tycoon John Eastman e di altri avvocati conservatori che hanno subito «una persecuzione politica», così viene definita, per aver messo in dubbio i risultati delle elezioni.

Fonti del team Trump confermano a La Stampa che la visita era in programma «da un po’» anche se non forniscono i dettagli su quando sia stata finalizzata. La delegazione della premier è ridotta all’osso, ad accompagnarla c’è l’ambasciatrice negli Usa Mariangela Zappia.

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani avrebbe scoperto del viaggio solo dopo aver letto il sito de La Stampa sabato nel tardo pomeriggio.

La magione del tycoon è blindata e vestita a festa. L’amico italiano del prossimo presidente Usa, Guido “George” Lombardi, era nel resort e ha avuto l’occasione di salutare il capo del Consiglio. “Aveva lo sguardo sorridente e il consueto piglio”, ha raccontato.

Meloni è arrivata poco prima dell’avvio della proiezione del docufilm e dopo il panel. Sul palco a parlare delle disgrazie giudiziarie anche Rudy Giuliani e il principe del foro Alan Dershowitz.

Trump ha accompagnato Meloni davanti alla sala dove i suoi sostenitori erano riuniti prima dell’inizio del film, l’ha indicata chiamando gli ospiti all’applauso. L’ha introdotta dicendo di “essere molto eccitato di essere qui con una fantastica donna, il primo ministro dell’Italia. Ha presso l’Europa d’assalto e anche tutti quanti”. “Avremo una cena questa sera”.

Quindi dal palco Marco Rubio, dandole il benvenuto in Florida, ha definito la premier “un grande alleato e un forte leader”.

Poi sono saliti al piano superiore per la cena privata, iniziata poco prima delle 20.

Con lui c’erano i pezzi grossi della prossima Amministrazione: il consigliere per la Sicurezza nazionale Mike Waltz; il segretario al Tesoro Scott Bessent e il segretario di Stato Marco Rubio con le rispettive mogli. Esordio “ufficiale” anche per il futuro ambasciatore Usa in Italia Tilman Fertitta.

Con l’ormai ex senatore della Florida c’è stato uno scambio di battute alla porta di ingresso di una delle ballroom di rappresentanza. A Rubio Meloni ha chiesto se il “nome Marco” fosse per le origini italiane. Lui ha risposto che ha sangue cubano “ma antenati che provengono dalla Sardegna”.

La premier ha anche scambiato qualche battuta con alcuni ospiti, alcune foto hanno immortalato la visita prima che Trump e il suo team salissero nella sala privata per la cena e il “bilaterale”.

Lo staff di Trump – contattato da La Stampa – non ha fornito dettagli sui contenuti del colloquio. Ma a quanto risulta Meloni avrebbe sondato anche la questione della detenzione di Cecilia Sala in Iran per la cui liberazione Teheran vorrebbe il ricercatore iraniano Abedini Najafabani, arrestato a metà dicembre all’aeroporto di Malpensa su mandato di cattura internazionale spiccato dagli Usa e ora detenuto a Milano.

La premier è ripartita da West Pal Beach alla volta di Ciampino alle 11:07.

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