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Merkel ha settant’anni ma quanto ci manca

6 mesi fa 10
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Neanche nel giorno del suo settantesimo compleanno l’ex cancelliera tedesca Angela Merkel ha interrotto il silenzio che ha scelto di tenere dal giorno della scadenza del suo mandato. I bene informati sostengono che sia un modo per aumentare l’attesa nei confronti della prossima autobiografia, scritta insieme alla fidata collaboratrice Beate Baumann, in uscita a novembre. E i maligni aggiungono che sia una clausola imposta dalla casa editrice Kiepenheur&Witsch - tra i suoi titoli anche le autobiografie di Helmut Schmidt e Joschka Fischer - per capitalizzare al massimo i ritorni economici dell’effetto-annuncio (il libro uscirà contemporaneamente in 30 paesi, in Italia per Rizzoli).

Se lei non ha parlato, tutti hanno parlato di lei. Il presidente della Repubblica Frank Walter Steinmeier l’ha definita un «modello di democrazia»: «un compleanno particolare il suo - ha aggiunto - con i primi 35 anni vissuti all’ombra del muro di Berlino, e gli altri 35 nella tanto desiderata libertà». Il cancelliere Olaf Scholz ha affidato i suoi auguri a un Tweet: «Angela Merkel ha avuto una carriera politica impressionante, iniziata furiosamente con la vittoria della democrazia nella Germania dell'Est e dell'unità tedesca, cosa che mi commuove molto ancora oggi. Ha lavorato instancabilmente per il paese. Buon compleanno!». E la stampa tedesca si è sbizzarrita in paginate di ritratti, analisi politologiche e gallerie fotografiche dai tempi in cui Angela era una bambina dell’Est fino al celebre scatto in cui tiene testa a Trump durante un summit internazionale. Ci sono stati persino test e quiz dal titolo: “Quanto conosci Angela Merkel?”, “Misura quanta Merkel è ancora in te”, “Le dieci cose che non dimenticheremo di Frau Merkel” e altre consimili facezie.

Il vice cancelliere Rober Habeck ha consegnato a Rolling Stones alcune delle riflessioni più sincere sul settantesimo meno festeggiato e più celebrato della Bundesrepublik: «Raramente ha usato politicamente la sua biografia come donna della Germania Est - ha detto - in compenso tutti i tedeschi potevano immaginare Merkel mentre cuoceva una torta, sbucciava le patate o guardava “Tatort” alla tv con la stessa naturalezza con cui ne consideravano la statura politica come capo del governo». Incarnava «la normalità della perfezione», ha aggiunto, e non è un caso che si sia pensato a lei per la serie poliziesca “Miss Merkel” (che però ai tedeschi non è piaciuta tanto, l’hanno trovata un po’ irrispettosa).

Figlia di un pastore protestante, erede di Helmut Kohl, nemica numero uno della coppia Schröder- Fisher (i due non la sopportavano, oggi si direbbe che c’era della misoginia), leader di una Cdu che con lei si è spostata a sinistra (cannibalizzando l’Spd, su questo oggi sono tutti d’accordo), Merkel è stata l’ultima leader contemporanea che portava dentro di sé lo Zeitgeist (spirito del tempo) della guerra fredda. Ragionava per blocchi: la Russia da una parte - non si contano le volte in cui ha espresso i suoi timori per il rischio di un suo isolamento, né gli sforzi per tenere vivo il dialogo - gli Stati Uniti dall’altra - non smetteva di ricordare il loro ruolo nella pacificazione dell’Europa, dal ponte aereo di Berlino alla ricostruzione postbellica e al radicamento nella NATO. Oggi tutti limiti di quell’approccio sono diventati molto evidenti, anche se nessuno può dire che cosa sarebbe successo, sul fronte ucraino, nel caso in cui lei fosse rimasta cancelliera. Si tende a sottovalutare la sua capacità di mediazione in quell’area: durante i suoi sedici anni la Germania non è stata soltanto un interlocutore decisivo per i russi, ma anche un partner strategico per Polonia e Repubbliche baltiche, i loro diretti avversari, e zona di contenimento per la sempre orbaniana Ungheria.

Quello che però si può dire è che cosa è successo alla Germania dopo di lei, e cioè un mezzo disastro. La responsabilità tuttavia non è solo dell’attuale leadership - fiacca quanto poche altre mai - ma un po’ anche dell’incapacità di Merkel di lasciare una qualsiasi eredità politica, sia nel paese, sia nel partito. L’unica volta che ci ha provato ha sbagliato, ed è stata la prima a riconoscerlo. La prescelta era Annegret Kramp-Karrenbauer, destinata guidare la Cdu dopo di lei. Una che per fare la spiritosa in occasione del Carnevale aveva pensato bene di fare la parodia di una donna delle pulizie, e che nel voto regionale della Turingia non si era resa conto che il suo partito si stava quasi per alleare con gli estremisti di destra dell’Afd.

Merkel non ci ha pensato un minuto a scaricarla - dopo averla fatta dimettere dalla presidenza Cdu con conseguente rinuncia a futuri sogni di gloria - mandandola a ingrossare la fila dei molti maggiorenti che negli anni erano stati prepensionati, neutralizzati o marginalizzati. «La cancelliera Dr. A. Merkel trascorrerà il suo 70° compleanno in privato», ha detto una portavoce all’agenzia Dpa. Da quando si è ritirata dalla politica ha fatto sapere che non avrebbe preso più parte ad attività del suo partito e che si sarebbe dedicata soltanto ad “appuntamenti piacevoli”. Un incontro con l’attuale capo della Cdu Friedrich Merz non è dunque in agenda.

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