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Migranti, Zuppi: la foto della Casa Bianca irriti i cristiani

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Un'immagine priva di pietà, "un'immagine che ci deve irritare come cristiani". Il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, commenta senza infingimenti la foto postata dall'account della Casa Bianca che ritrae migranti in catene che stanno per essere espulsi. "C'è un problema di dignità, rispetto, attenzione all'altro. Stiamo perdendo in umanità", ha detto Zuppi durante il dialogo nella Basilica romana di Santa Maria in Trastevere con il giornalista Ferruccio De Bortoli, nell'ambito del Giubileo della Comunicazione.


"La pietà è un effetto del senso comune cristiano, quando si perde la pietà si perde l'umanità. Pietà non vuol dire buonismo.
Se si perde la pietà si perde anche di realismo, il cristiano non è un sognatore al contrario è realista", aveva ancora detto il porporato nel corso del convegno 'Guerre, migrazioni e fame... Bersani oggi' dedicato alla figura del senatore Giovanni Bersani, candidato al premio Nobel per la pace nel 2010.
Parole pronunciate da Zuppi proprio di fronte all'attuale scenario internazionale e alle prime scelte compiute dall'amministrazione Trump. Lo stesso Papa Francesco, nel giorno dell'insediamento di Trump, aveva mandato un chiaro messaggio al presidente degli Stati Uniti: "spero che sotto la sua guida il popolo americano prosperi e si impegni sempre nella costruzione di una società più giusta, in cui non ci sia spazio per l'odio, la discriminazione o l'esclusione".


Zuppi, ancora, nel suo colloquio con De Bortoli ha parlato di guerra, della fragile tregua in Medioriente e della liberazione delle soldatesse israeliane. "Quello che preoccupa tantissimo è l'odio. Bisogna insistere sulla strada dell'incontro, del dialogo. Questo riguarda anche lo stesso fare giornalismo: se io racconto con umanità un fatto, aiuto a capire chi è l'altro.Nell'odio diventa, invece, un nemico da combattere. Come diocesi di Bologna siamo andati in pellegrinaggio in Terrasanta con lo spirito non solo di visitare i luoghi della venerazione di Cristo Signore, ma anche per ascoltare le voci di chi sta vivendo quella situazione: ricordo la mamma di un ostaggio che cosi si è rivolta a noi: 'La mia sofferenza è quella di tutti. E non voglio che la mia sofferenza ne produca dell'altra'", ha detto. "Ci abituiamo a tutto, ma non ci si può mai abituare alla follia della guerra. Continuare a raccontare è un grande compito", ha osservato Zuppi. E in vista della Giornata della memoria, il presidente della Cei ha invitato "a conservare la memoria, ma soprattutto il di più della memoria". 
   

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