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Renato Bazzini 07 febbraio 2025
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L’improvvisa abbondanza nel reparto offensivo del Milan rappresenta metaforicamente l’all-in di Sergio Conceiçao, che in cinque mesi si gioca il futuro in rossonero. Se la firma sulla clausola di rescissione dal contratto in favore del club è stata una concessione che Conceiçao ha fatto e si è fatto per provare a «fare un salto in avanti nella carriera», è giusto che il Milan abbia dato a Conceiçao gli strumenti per giocarsi questa occasione al meglio. Partendo da questo presupposto va giudicato il mercato appena terminato. Non si è cercato di risolvere tutti i problemi della rosa ma di rimodellarla secondo le preferenze del mister. Vuole un calcio verticale, intenso più che tattico, diretto più che ragionato, e aveva bisogno di giocatori per questo. In primis, di cambi offensivi perché l’intensità deve rimanere alta per tutta la partita, altrimenti il Milan, vedi nel derby, si ritrova nell’ultima mezz’ora a difendere con il baricentro basso senza più forza per ripartire.
ALTERNATIVE
Per questo motivo davanti è arrivato Sottil in più, oltre agli avvicendamenti Morata-Gimenez e Okafor-Joao Felix. Se si considera che anche Jimenez è un’alternativa, sono in otto per tre posti, ma nell’idea del nuovo allenatore i posti dovrebbero diventare quattro e allora il gioco delle coppie tornerebbe. Accadeva sia con Fonseca sia con Conceiçao che non venissero effettuate tutte e cinque le sostituzioni. Il motivo era la mancanza di alternative in panchina soprattutto davanti, reparto in cui si tende a cambiare di più. Ecco, lo sbilanciamento del mercato invernale serve a evitare che questa cosa accada nuovamente: i cinque cambi sono una risorsa fondamentale per distribuire le fatiche e tenere alta l'intensità della squadra fino al 90’. Chi non li usa, ci perde. Aver potuto inserire Joao Felix, Gimenez e Leao contro la Roma è stato il primo segnale della nuova corposità offensiva del Milan e ha funzionato dato che i primi due hanno impacchettato il 3-1.
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Non ha ancora funzionato per quanto riguarda Leao ma paradossalmente il mercato è stato fatto anche per lui: non sono arrivati i nuovi per togliergli il posto ma per costringerlo a mantenerlo. «Da Leao mi aspetto di più. Deve uscire dalla zona di comfort», ovvero dall’idea di avere il posto assicurato a prescindere, ha detto Conceiçao dopo la gara.
Leao deve garantire più continuità difensiva perché un sistema così sbilanciato si regge solo attraverso il sacrificio degli offensivi. Il difetto del Milan, infatti, resta: pochi centrocampisti centrali, nessuno di questi di pensiero e regia, e quasi nessun terzino di riserva. Theo e Walker non hanno alternative se non Jimenez, che però sembra appartenere al roster offensivo, e Terracciano. In mezzo, dando per disperso Loftus-Cheek, sono solo in quattro: Fofana, Reijnders, Musah e il nuovo arrivato Bondo (out, assieme a Sottil, dalla lista Uefa) che ha rimpiazzato Bennacer. Giustissimo liberarsi dell’algerino che non è più tornato a un livello accettabile e intelligente prendere un giocatore di corsa e fatica in mezzo, dato che un regista di spessore a gennaio era irraggiungibile. E poi, forse, il regista Conceiçao nemmeno lo vuole. Dritto per dritto in campo e fuori, anche perché non ha tempo: domani trasferta a Empoli per avvicinare la zona che conta e mercoledì visita al Feyenoord per l’andata del playoff di Champions».