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Morbillo, infetta sempre più adulti: ora colpisce a 30 anni. Epatite tra le complicanze

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Non si deve essere un ricercatore in infettivologia per sorprendersi e preoccuparsi dei dati sul morbillo nel 2024 appena diffusi dall'Istituto Superiore di Sanità. Parliamo di numeri che ci rimandano una situazione che, un profano appunto, non potrebbe neppure immaginare.

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Perché, per tutti, il morbillo è la malattia dei bambini più o meno grandi. Dall'asilo nido alle elementari. Quella fetta di popolazione alla quale, intorno ai 15 mesi, viene raccomandata la vaccinazione. Resa poi obbligatorio nel 2017 per la recrudescenza dei casi nel nostro Paese. Parliamo di una malattia infettiva causata da un virus appartenente alla famiglia dei Paramixoviridae: provoca un'infezione altamente contagiosa, caratterizzata da febbre, malessere, eruzione cutanea, tosse, raffreddore e congiuntivite.

LA SORVEGLIANZA

Torniamo all'analisi dell'Istituto: l'età media dei casi segnalati nel 2024 è, infatti, 30 anni. Donne e uomini, spesso madri e padri, piuttosto grandi. Nel 2023 non arrivava a 27. Oltre la metà delle segnalazioni alla Sorveglianza epidemiologica nazionale (51,7%) sono adolescenti o giovani adulti (15-39 anni) e un ulteriore 23,7% ha più di 40 anni di età. Tuttavia, sottolineano i ricercatori, l'incidenza più elevata è stata osservata nella fascia di età 0-4 anni (79,0 casi per milione).

I CASI

Nell'anno appena finito si sono contati 1045 casi di morbillo contro i 15 del 2022 e 44 del 2023. Bassa incidenza, dunque, fino ad agosto 23 e un successivo aumento graduale del numero di casi, fino a un picco nel mese di aprile 2024 (180 segnalazioni). Il 90% del totale rilevato nel 2024 non è vaccinato e, per quanto riguarda gli adulti, non ha avuto la malattia durante l'infanzia. La protezione può essere effettuata a qualunque età: è raccomandata anche ad adolescenti, adulti non vaccinati e donne in età fertile. L'incidenza più elevata è stata osservata nella Provincia Autonoma di Bolzano (67,0/milione abitanti) seguita dalla Sicilia (37,3/milione), dall'Abruzzo (37,0/milione), dal Lazio (35,0/milione), dall'Emilia-Romagna (31,6/milione) e dalla Liguria (29,2/milione).


Per circa un terzo dei casi è stata riportata almeno una complicanza. Le più frequenti: epatite e polmonite. È stato segnalato un caso di encefalite in un giovane adulto, non vaccinato. Per il 49,5% delle segnalazioni è stato necessario il ricovero in ospedale e per un ulteriore 18,8% una visita in pronto soccorso.
La maggior parte delle persone guarisce entro due-tre settimane, tuttavia, la malattia può avere un decorso complesso e determinare gravi complicanze. Che riguardano il 30% dei casi. I bambini sotto i 5 anni, gli adulti di età superiore a 20 anni, le donne in gravidanza e le persone con deficit immunitario hanno il rischio più elevato di complicanze.

L'ONDATA

«L'aumento dei casi nel 2024 è significativo, e riflette quello registrato in tutta Europa e segnalato più volte dall'Ecdc - afferma Anna Teresa Palamara, che dirige il dipartimento di Malattie Infettive dell'Istituto Superiore di Sanità - Il morbillo può essere potenzialmente pericoloso, specie per i più piccoli, ma le sue complicanze possono essere molto gravi anche per gli adulti. Il vaccino, che è sicuro ed efficace, rimane lo strumento principale a disposizione per contrastare questa malattia».


In Europa si sta registrando una crescita significativa dei casi di morbillo, anche nei Paesi dove era stato dichiarato eliminato come malattia endemica. Quella malattia, cioè, l'agente responsabile è stabilmente presente e circola nella popolazione e si manifesta con casi più o meno numerosi. Quella iniziata nel 2024 viene definita dagli specialisti come una "ondata silenziosa". Durante gli anni in cui il Covid, per diversi motivi, ha costretto alla riduzione delle vaccinazioni si è creato un accumulo di bambini non protetti. L'Oms ha rivolto un allarme morbillo proprio all'Europa e ha previsto un piano di eradicazione della patologia a livello globale entro il 2030.


La previsione degli analisti: se i tassi della vaccinazione infantile, prevista di routine dal calendario vaccinale, non vengono raggiunti e mantenuti elevati in tutte le comunità, anche i Paesi che hanno raggiunto da tempo l'eliminazione del morbillo nella popolazione sono ancora a rischio di epidemie estese.

LA GUARDIA

«Stiamo parlando di una malattia che oggi sarebbe dovuta essere eliminata - ricorda Pier Luigi Lopalco Ordinario di Igiene all'Università del Salento - Ora ci troviamo con pazienti sempre più grandi non vaccinati e che non hanno avuto l'infezione virale. Inoltre l'abbassamento della guardia nei confronti della protezione che si è avuta negli ultimi anni, quelli della pandemia, ha fatto sì che il virus ricominciasse a circolare».

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