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Morgan in aula nel quadro del processo per stalking nei confronti della ex compagna Angelica Schiatti chiede la giustizia riparativa. E appena prima dell'udienza pubblica su Instagram un video in cui si definisce danneggiato mentre Schiatti «aumenta la propria visibilità».
«Io ho proposto le mie scuse anche in maniera formale per il linguaggio usato e gli atteggiamenti legati a un periodo particolarmente difficile della mia vita, acuito dalla fine della relazione sentimentale e affettiva che ci legava - spiega il cantante in aula - Interrompendo Schiatti ogni possibilità di dialogo in un momento di massima fragilità, mi stavo disintossicando, c'era il Covid e avevo subito lo sfratto da casa, il mio dolore lo ho esternato tramite scritti, anche attraverso terzi».
L'attacco e la giustizia riparativa
Marco Castoldi, in arte Morgan, ha chiesto il ricorso alla giustizia riparativa. «Finalmente ho potuto dire al giudice che non sono un persecutore dopo che per anni sono stato zittito.
Qui io ho problemi a capire come mantenere le mie figlie». Il cantautore, che ha sempre rigettato le accuse, ha detto di avere «molta fiducia nella giustizia, sono venuto perché credo che un processo sia un momento nel quale una persona equilibrata valuta, perché se fosse per i giornali sarebbero solo balle. Non ho nulla da nascondere - ha continuato - mai fatto nulla di molesto nei confronti di nessuno, se mi si vuol far passare per quello che non sono non si riesce, in ultimo trionfa la virtù». Morgan, a quanto lui stesso ha confermato, ha chiesto l'accesso alla giustizia riparativa, e il Tribunale deciderà il prossimo 27 settembre. «So che è sbagliato ribaltare - ha detto ancora -, ma è la verità, qui la vittima sono io, perseguitato, e lo vedete, perché dall'altra parte si fanno concerti e feste. Sono io quello che ha perso la dignità, che non ha lavoro, ma non ho fatto niente».