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Mosca sposta le truppe davanti alle coste dell'Italia: cosa sta succedendo

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Andrea Morigi 22 dicembre 2024

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L’Africa Corps, erede della famigerata Wagner, si proietta sul Mediterraneo. Reparti e armamenti russi sono già stati trasferiti dalla Siria - ma anche dalla Bielorussia - alla Libia, cioè a meno di 700 chilometri di distanza in linea d’aria dall’Italia, proprio sul fianco Sud della Nato. È sufficiente a far preoccupare il Pentagono, o almeno la rivista dell’accademia militare di Westpoint, CTC Sentinel, che nel suo ultimo numero riferisce di seimila tonnellate di equipaggiamento militare arrivate a Tobruk dalla base navale siriana di Tartus. Comprensive di mortai 2S12 Sani, delle camionette 2L81 che servono a caricarli e a muoverli fino ai campi di battaglia, oltre ai mezzi di trasporto truppe. Il Wall Street Journal aggiunge anche radar per batterie antiaeree S-400 e S-300. All’inizio del 2024, la presenza di soldati russi e i mercenari stranieri in Cirenaica era stimata in circa 800, mentre a maggio erano saliti a 1.800 e dall’8 dicembre è iniziato il dislocamento di altre centinaia di uomini armati e addestrati.

Non manca lo spazio per acquartierarli nelle basi di Sirte, Al Khadim, Al Jufra e Brak Al Shati, con l’assenso del generale Khalifa Haftar. Una dinamica che indica il ruolo svolto dalle strutture portuali nella politica estera aggressiva e “cinetica” del Cremlino, secondo gli esperti di strategia militare statunitensi. Non tutto quel dispiegamento di forze punta direttamente verso l’Europa, sostengono gli autori dell’analisi Christopher Faulkner, Raphael Parens e Marcel Plichta. Ma certamente influenzano il sistema di alleanze dell’Africa Occidentale e del Sahel, dove gli Stati Uniti e la Francia hanno perduto posizioni strategiche. Dal 15 settembre scorso, due basi americane in Niger, la 101 e la 201, costate oltre 100 milioni di dollari e che servivano per operazioni di contrasto al terrorismo, sono state abbandonate dopo che il governo di Niamey ha espulso gli “yankee”. Nel frattempo, la giunta militare guidata da Abdourahamane Tchiani in seguito al colpo di Stato del luglio 2023, ha scelto l’Africa Corps, cioè Mosca, come proprio partner per la sicurezza. In Mali e in Burkina Faso, nel frattempo, erano già stati espulsi i contingenti militari europei e statunitensi.

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I risultati non sono quelli sperati. Se l’Occidente arretra nel Continente nero, anche il tentativo di colonizzazione di Mosca non pare troppo efficace. Anzi, dalla morte del fondatore della Wagner, Yevgeny Prigozhin, sebbene non sia calata la minaccia jihadista in Africa, gli atti di violenza in Mali sono aumentati dell’81% e le uccisioni hanno visto un rialzo del 65 %. Del resto, al Cremlino interessano in particolare le materie prime, le miniere d’oro e i giacimenti petroliferi. Ma il premier del governo di unità nazionale di Tripoli, Abdul Hamid Dbeibah, forte dell’appoggio della Turchia, avverte: «Non permetteremo che la Libia diventi un campo di battaglia delle potenze straniere. Non accetteremo l’ingresso di alcuna forza straniera se non attraverso accordi ufficiali e con l’obiettivo dell’addestramento», facendo sapere anche di avere convocato l’ambasciatore russo a Tripoli per chiedere spiegazioni.

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