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Un incubo durato due giorni, cominciato nell’abitacolo di macchina e terminato in una stanza di albergo. Un incubo fatto di botte, pugni, calci e macabre riprese con il cellulare, che non sarebbe mai stato denunciato se i nonni della giovane vittima non avessero capito che dietro quelle terribili contusioni c’era molto di più della versione raccontata dalla nipote.
Arriva da Napoli una tremenda storia di violenza sulle donne, che fa correre la memoria alla storia di Giulia Cecchettin, ammazzata dal suo ex Filippo Turetta dopo un ultimo incontro.
La vicenda
È la vigilia di Natale. Sara (il nome è di fantasia), 22 anni, è in attesa degli amici per andare a festeggiare. Le lancette segnano l’una di notte, Sara esce di casa ed entra in un’auto con degli amici. Il suo ex, Mario (nome di fantasia), che di anni ne ha 23, è lì appostato. I due hanno avuto una relazione durata dieci mesi, a inizio dicembre i rapporti si sono interrotti ma Mario non l’ha accettato. Ed è diventato ossessivo.
La notte di Natale inizia a seguire la macchina sulla quale è salita la sua ex, ma Sara e gli amici se ne accorgono, la persona al volante riesce a seminare Mario. Sembra tutto finito. Sembra. Lui si attacca al telefono, in qualche modo riesce a sapere che Sara resterà a dormire a casa di un’amica nel centro storico di Napoli. Si apposta sotto casa, e inizia a martellare di messaggi la sua ex. È pioggia di messaggi, che Sara ignora. Lui prova anche a chiamarla. Poi però alle 13 del giorno di Natale, Sara decide di rispondere. Mario a questo punto la supplica di incontrarlo e lei accetta. Sara lascia l’amica e va via in auto con Mario, i due si dirigono in zona belvedere del parco del Vesuvio. Dopo 40 minuti di viaggio arrivano a destinazione, escono dalla vettura. A un tratto, il cellulare della 23enne riceve una notifica. Il messaggio arriva da una chat di amici: è l’inizio dell’incubo. Mario strappa lo smartphone dalle mani della ragazza e lo distrugge. Afferra Sara e la picchia selvaggiamente con pugni, schiaffi e morsi. In una sequenza di violenza e sadismo, riprende anche la scena con il cellulare, immortalando il volto gonfio e sanguinante di Sara e l’attimo in cui lei, riversa a terra, viene colpita alla nuca con un calcio. Sara è tramortita, lui la prende di peso e la mette in macchina, poi corre a Secondigliano e si ferma in farmacia per acquistare ghiaccio e pomate per gli ematomi. È un film dell’orrore. Mario raggiunge il comune di Qualiano e si ferma presso in albergo: mentre lei è in auto, terrorizzata al punto tale da non tentare neanche la fuga, lui effettua la registrazione. Nel motel lei entrerà con in testa un cappuccio di felpa così da nascondere i segni del violento pestaggio.
Si arriva alla mattina del 26 dicembre: Sara continua a chiedere di essere riaccompagnata a casa, gli giura che non lo denuncerà e gli spiega che ai genitori avrebbe raccontato di essere stata picchiata da alcune ragazze per questioni di gelosia. Mario si convince, la porta da nonni di lei e le lascia lo smartphone con all’interno i video. Sara è una maschera di ecchimosi, lei prova a mentire ai nonni ma gli anziani non le credono, chiamano la madre e la storia viene fuori. Sara viene portata all’ospedale Cto di Capodimonte: i medici riscontrano la «frattura dell’osso nasale, contusioni, ematomi ed escoriazioni multiple sul volto, sulle mani e alle gambe. Stato di grave agitazione psichica». La prognosi è di 40 giorni.
La caccia all’uomo
Dall’ospedale parte la segnalazione ai carabinieri della stazione di Capodimonte. La vittima – dimessa e accolta nella stanza rosa “tutta per sé” della stazione - racconta le ore di agonia ai carabinieri che intanto hanno già acquisito il video delle aggressioni in stretta sinergia con la procura della Repubblica di Napoli. Scattano le ricerche del 23enne che non si trova. Per tutelare la 22enne, la quarta sezione della procura di Napoli - quella specializzata in reati di violenza di genere, coordinata dal procuratore aggiunto Raffaello Falcone - dispone la consegna alla giovane del Mobile angel, un particolare smartwatch dotato di gps e registratore che viene fornito alle vittime di casi particolarmente gravi (previo consenso) e che è direttamente collegato coi carabinieri. In caso di aggressione fisica, lo smartwatch, percependo lo strattonamento che è indicata come situazione di pericolo, invia l'allarme ai carabinieri che grazie al gps possono subito localizzare la vittima. Contestualmente i carabinieri lavorano senza sosta alla ricerca del 23enne: verso le 6 del mattino del 27 dicembre l’auto di Mario viene trovata in via Cesare Rosaroll, a Napoli. I militari – in borghese - si appostano per ore, in attesa dell’arrivo del giovane. Vengono anche diramate le ricerche dell’uomo che potrebbe aver preso un treno, essersi nascosto in qualche B&B oppure trovato rifugio a casa di qualche amico.
La svolta arriva nella serata di ieri, 30 dicembre: Mario - che ha continuato a inviare a Sara lunghissimi messaggi deliranti da profili social fake - è in un b&b di Agnano dove si era nascosto utilizzando un documento di identità di un suo amico, che è stato denunciato. I carabinieri lo bloccano e lo trasferiscono in carcere: deve rispondere di atti persecutori.