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Netanyahu assediato, cosa succede ora? La destra e l?opposizione preparano la crisi

6 ore fa 1
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Per Benjamin Netanyahu questi sono giorni complessi. Il ritorno dei primi tre ostaggi liberati dalla prigionia nella Striscia di Gaza è un lampo di gioia. Ma la tregua si regge su un filo sottilissimo. E mentre il cessate il fuoco appare fragile, la maggioranza di governo perde colpi e la pressione sul premier inizia a essere già soffocante.

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LE DIMISSIONI

Come promesso, il ministro della Sicurezza nazionale e leader del partito Otzma Yehudit, Itamar Ben Gvir, si è dimesso insieme ad altri due ministri del suo movimento: quello del Patrimonio, Amichai Eliyahu, e quello del Negev, della Galilea e della Resilienza nazionale, Yitzhak Wasserlauf. «La spericolata approvazione di un accordo con il gruppo terrorista di Hamas, che include il rilascio di centinaia di assassini con il sangue di uomini, donne e bambini sulle loro mani, rappresenta una resa vergognosa», ha annunciato il partito. A lasciare i propri incarichi sono stati anche i parlamentari Zvika Fogel, Limor Son Har-Melech e Yitzhak Kroizer. E adesso, per Netanyahu è arrivato il momento di fare la conta. Il governo ha 62 parlamentari su 120, che potrebbero diventare 63 se un deputato di Otzma Yehudit, Almog Cohen, decidesse di prendere le distanze dal suo partito. Ma è chiaro che per il premier le cose non si mettono bene.

LO SCONTRO

Il pressing è alto, soprattutto a destra. Perché nel mondo dei movimenti nazionalisti e religiosi, si è aperto il duello tra Ben-Gvir e Bezalel Smotrich, il ministro delle Finanze che ha deciso di votare contro l’accordo con Hamas ma di rimanere al governo. Ieri, Smotrich ha difeso la sua scelta dicendo che lo ha fatto per «una responsabilità nazionale verso la vittoria e la sicurezza» e ha spiegato che se cadesse il governo il rischio sarebbe di avere o un esecutivo simile a questo o uno «di sinistra con sostenitori del terrorismo e nemici di Israele». Ma per il leader di Sionismo religioso, la partita con il suo ex collega e con il premier è appena iniziata. Alla radio dell’esercito, ha avvertito che l’obiettivo di Israele deve essere quello di prendere il controllo di Gaza e governarla.

E oltre ad avere attaccato i vertici dell’Idf, Smotrich ha anche lanciato una chiara minaccia: se i militari non torneranno a combattere dopo la prima fase dell’accordo, sarà lui stesso a rovesciare il governo.

Netanyahu è avvertito. L’accordo per la tregua potrebbe reggere grazie al sostegno dell’opposizione, garantito sia da Yair Lapid che da Benny Gantz. Ma la fuoriuscita di Smotrich provocherebbe non solo la caduta del governo ma anche delle elezioni che “Bibi” non può permettersi. A maggior ragione adesso che Donald Trump fa il suo ritorno alla Casa Bianca. Il tycoon ha investito molto sull’accordo e ne ha rivendicato anche la paternità, sfidando Joe Biden. Non ha alcuna intenzione di ripartire da zero, anche perché vuole evitare problemi anche con gli alleati del Golfo. E ha già detto che presto incontrerà Netanyahu.

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