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Niente nozze Honda-Nissan, ma la collaborazione va avanti

3 ore fa 1
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 Giunge definitivamente al capolinea il dialogo tra Honda e Nissan sul progetto di integrazione, complicando ulteriormente il percorso di ricerca e sviluppo, imprescindibile nel settore automotive per la futura transizione ai veicoli elettrici.


Le due aziende, rispettivamente seconda e terza casa auto del Giappone, rimarranno entità singole alla ricerca di nuovi partner strategici, assieme alla alleata Mitsubishi. Salta così l'ipotesi di creare il terzo gruppo mondiale al mondo per volumi di vendita, come pattuito negli accordi di dicembre. A intralciare il negoziato le aspettative di Honda di trasformare la più piccola Nissan in una sua sussidiaria, complici i risultati deludenti sulle vendite, e la volontà di quest'ultima di mantenere la propria autonomia gestionale. Le negoziazioni prevedevano il raggiungimento di un accordo entro giugno di quest'anno e la formazione di una holding nel 2026, in attesa che Mitsubishi decidesse di unirsi al gruppo. L'obiettivo primario erano le sinergie derivanti per il taglio degli oneri finanziari necessari allo sviluppo dei veicoli elettrici e dei software di nuova generazione, per meglio competere con i maggiori rivali, tra i quali la cinese BYD e la statunitense Tesla.


In una conferenza stampa online, l'amministratore delegato di Honda, Toshihiro Mibe, ha dichiarato che la sua azienda aveva proposto di assumere il controllo di Nissan ritenendo che il consiglio di amministrazione della holding inizialmente indicato, composto da rappresentanti di entrambe le parti, avrebbe potuto ritardare il processo decisionale, soprattutto in presenza di problemi di difficile soluzione. "Sapevamo che accettare la nostra proposta sarebbe stato estremamente gravoso per Nissan", ha dichiarato Mibe - che ha comunque negato la possibilità di lanciare un'offerta pubblica di acquisto ostile sulla concorrente, affermando di "non averci mai pensato e di non avere alcuna intenzione di farlo". Da parte sua, Makoto Uchida, Ceo di Nissan, in una conferenza stampa separata ha spiegato che la sua azienda ha rifiutato il piano di fusione perché "non c'erano le necessarie rassicurazioni a garantire la propria autonomia". Uchida ha anche detto che Nissan intensificherà gli sforzi per trovare un partner commerciale, esplorando alcune collaborazioni con Honda e Mitsubishi in determinate aree.


"Obiettivamente - ha affermato - sarebbe problematico per la nostra azienda sopravvivere in modo indipendente nell'attuale situazione". In giornata la casa auto con sede a Yokohama ha detto di attendersi una perdita di 80 miliardi di yen (500 milioni di euro) nell'anno fiscale in corso, dopo aver ridotto le stime sull'utile operativo a 120 miliardi di yen dai precedenti 150 miliardi. Nell'ambito dei piani di risanamento, Nissan intende tagliare 400 miliardi di yen di costi attraverso una serie di misure, tra cui la chiusura di una fabbrica in Tailandia, lo stop di altri due impianti da definire, la riduzione della capacità produttiva globale del 20% e il taglio di 9.000 posti di lavoro entro la fine dell'anno fiscale 2026.
Riguardo alle minacce del Presidente Usa Donald Trump di imporre dazi del 25% sulle importazioni dal Messico, Uchida ha sottolineato la possibilità di trasferire la produzione altrove, senza scendere nei dettagli.


Allo stallo dell'accordo con Honda potrebbero seguire trattative con il gigante taiwanese dell'elettronica Foxconn, in concomitanza del suo recente ingresso nel mercato dei veicoli elettrici, dicono gli analisti di mercato, segnalando i colloqui già intrattenuti con Renault per l'acquisto di alcune quote della casa automobilistica francese in Nissan. Il presidente Young Liu ha tuttavia dichiarato che l'obiettivo dell'azienda per il momento è la "cooperazione" con la casa giapponese, non l'acquisizione. 

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