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Nikki Haley e i “buu” del popolo di Trump, l’ex rivale è ancora una presenza tossica

6 mesi fa 4
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Quando Nikki Haley sale sul palco del Fiserv Forum, gli applausi faticano a soffocare i fischi e i buu del popolo trumpiano. L’ultima rivale ad abbondare la corsa per la nomination è ancora una presenza tossica per la galassia Maga. L’invito a intervenire alla Convention di Milwaukee è arrivato come quei viaggi «last minute» e dopo che la ex ambasciatrice aveva deciso di cedere i suoi 97 delegati al tycoon. Nikki Haley ha parlato per dieci minuti ma sin dalle prima battute il senso della sua presenza sul palco è stato evidente: «Sono qui perché Trump mi ha chiesto di parlare in onore dell’unità».

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«Trump ha il mio pieno sostegno. Punto». La faida interna è chiusa non scatta però la scintilla e non c’è chimica fra i trumpiani e l’ex governatrice. Gli applausi anche quando convinti non riempiono mai il palazzetto. E il contrasto con l’accoglienza riservata a Ron DeSantis che parla dopo di lei e che come lei ha sfidato Trump alle primarie ritirandosi però subito dopo la sconfitta in Iowa è evidente. La platea è la fotografia di quel che il Partito repubblicano sotto la spinta Trump-Vance sta diventando, conservatore e sempre più lontano da quello dei Bush, dei McCain e dei Romney. Liz Cheney ha scomodato i padri nobili, Lincoln e Reagan, per dire che “quel partito non c’è più». E infatti laddove Haley ottiene attenzione, rispetto ma non calore, De Santis giocando con la retorica anti-woke, la denuncia della filosofia del gender, la debolezza di Biden, accende il popolo.

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Ma Haley aveva una missione e ha recitato appieno la parte. Ha detto di voler parlare a quell’America che è «in disaccordo con Trump, perché non bisogna essere d’accordo al 100% per votarlo». Anche lei, sottolinea, ha e ha avuto dei disaccordi, ma sono sempre meno delle cose su cui «siamo d’accordo», ha spiegato. L’unità del partito è funzionale a «salvare il Paese» è il messaggio. Secondo Haley il Gop però deve aprirsi alla diversità, diventare più inclusivo, solo così può diventare più forte e grande.

Haley ha virato sulla politica estera, denunciando la debolezza di Biden nei confronti di Putin e dell’Iran, che «con Trump era troppo debole per avviare un conflitto, ma poi è arrivato Biden».

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Per scaldare la platea Haley ha parlato del confine, «la più grande minaccia alla sicurezza in America». Ha assestato una stoccata a Kamala Harris. «Aveva un lavoro da fare, aggiustare i confini, immaginate come potrebbe fare a gestire l’intero Paese».

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