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"Non ha detto fascista!": Fosse Ardeatine, l'Anpi perde la testa contro Giorgia Meloni

5 mesi fa 11
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No, all'Anpi non basta mai. Ma procediamo con ordine. Oggi, domenica 24 marzo, cadono gli ottant'anni dall'eccidio delle Fosse Ardeatine, in cui furono uccisi 335 tra civili, militari italiani, prigionieri politici, ebrei, detenuti e antifascisti. Furono trucidati il 24 marzo del 1944 dalle truppe nazifasciste come rappresaglia per l'attentato dei partigiani a via Rasella, che fu compiuto il giorno precedente.

Per l'occasione, ecco le parole di Giorgia Meloni: "Oggi l'Italia onora e rende omaggio alla memoria delle 335 vittime dell'eccidio delle Fosse Ardeatine, terribile massacro perpetrato dalle truppe di occupazione naziste come rappresaglia dell'attacco partigiano di via Rasella. L'eccidio ardeatino è una delle ferite più profonde e dolorose inferte alla nostra comunità nazionale e ricordare cosa accadde in quel funesto 24 marzo di ottant'anni fa è un dovere di tutti", ha sottolineato il premier.

Ma come detto, all'Anpi non basta. A replicare al presidente del Consiglio è Gianfranco Pagliarulo, presidente dell'Associazione partigiani: "Ancora una volta la presidente del Consiglio omette e confonde - parte in quarta -. Non parla della responsabilità dei fascisti italiani a cominciare dal questore Caruso che fu condannato a morte per aver approntato la lista di 50 persone da sopprimere alle Ardeatine. Non dice che le vittime furono in grande maggioranza antifascisti ed ebrei. È la solita rilettura capziosa della storia che tende sempre a coprire le responsabilità dei fascisti e a negare il valore dell'antifascismo. Un'altra occasione perduta", conclude cercando di montare la solita, consueta, immancabile polemica.

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In precedenza, anche Ignazio La Russa ha ricordato l'eccidio: "È nostro dovere custodire la memoria dell'eccidio delle Fosse Ardeatine con l'uccisione da parte dei nazisti di 335 persone e che rappresenta una delle pagine più buie della nostra storia. Quanto avvenne il 24 marzo 1944 è un orrore di fronte al quale ci si può solo inchinare, confidando e lavorando affinché mai più possa ripetersi una simile atrocità", concludeva il presidente del Senato.

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